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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Mi hanno rubato il profilo, quei post offensivi non sono miei": assolta dalla diffamazione

Difetto di querela e diritto di critica smontano l'accusa nei confronti dell'imputata

“Mi hanno rubato il profilo, non sono stata io a scrivere quelle frasi”. Per il giudice la giustificazione fornita in aula, oltre al fatto che per alcuni episodi è non è stata sporta querela, ha assolto l’imputata dall’accusa di diffamazione.

L’imputata doveva rispondere del reato di diffamazione a mezzo Facebook per una serie di “messaggi pesanti” scritti contro un’altra persona tra il 2016 e il 2018. La donna si è difesa sostenendo che qualcuno le avesse violato il profilo e scritto quei post offensivi. Tesi confermata anche da un’amica che nello stesso periodo aveva ricevuto dei messaggi strani, non in linea con quelli che si era sempre scambiati con l’amica.

Il giudice ha ritenuto non “adeguatamente provata la riconducibilità all’imputata di post pubblicati sulla propria bacheca tra il 2016 e il 2018”. E pur di fronte “all'effetto diffamatorio dei post risalenti al 2016, in quanto connotati dall’intenzionalità soggettiva di ledere l’altrui reputazione, per tali fatti, perseguibili a querela di parte, va dichiarato non doversi procedere per difetto di tempestiva querela”.

Per i post risalenti al 2018, invece, “seppur non privi di sgradevoli apprezzamenti personali, non superano del tutto il dubbio circa un’intenzionalità soltanto di tipo critico da parte della loro autrice”, quindi scatta l’assoluzione per la scriminante del diritto di critica.

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