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Cronaca

Niente libertà per il poliziotto arrestato, trasferito al carcere militare

Riesame rigetta la richiesta di ritorno in libertà del poliziotto arrestato nell'ambito dell'indagine su rapine, furti e droga della squadra Mobile di Perugia

Nessun ritorno in libertà per Stefano Moschini, il poliziotto della stradale arrestato qualche settimana fa nell'ambito di una maxi inchiesta portata avanti dalla squadra Mobile della Questura di Perugia e coordinata dal pm Mario Formisano e che è riuscita a svelare un giro di spaccio, furti ai danni di bancomat e supermercati, con la complicità dello stesso.

L'indagato, per tramite del suo legale Alessandro Vesi ha fatto ricorso per tornare in libertà o in subordine, per alleggerire la misura cautelare con gli arresti domiciliari. Ricorso, rigettato questa mattina dai  giudici del Riesame (Narducci, Verola e Loschi). Intanto il poliziotto indagato, per sua stessa richiesta,  è stato trsferito nel pomeriggio di oggi al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano. 

Nove misure cautelari, undici indagati. Gli indagati, nell’ambito di una maxi inchiesta partita dopo le rivelazioni di un brasiliano 26enne coinvolto nel gruppo criminoso, dovranno rispondere a vario titolo di traffico di droga sull’asse Napoli - Perugia, estorsione, rapina. Secondo quanto ricostruito la banda, grazie alla complicità di alcuni vigilantes, avrebbe rubato denaro che un istituto di vigilanza privata prelevava da grandi supermercati e bancomat, ma non solo. Da Napoli sarebbero stati trasportati importanti quantitativi di hashish per provvedere a rifornire il capoluogo umbro. Una vicenda inquietante, fatta di estorsioni, riciclaggio di denaro, e di complicità quali quella – secondo l’accusa – anche del poliziotto in servizio alla stradale Moschini, e dell’ex imprenditore Alessandro Minciotti, attualmente ai domiciliari dopo l’istanza avanzata dalla difesa (avvocato Oscar Ucelli) e accolta dal giudice Amodeo.

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