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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Corciano

Il "castello delle cerimonie" alla Trinità non si farà e il Tar nega anche il risarcimento

Si è conclusa la lunga battaglia legale che ha visto contrapposti Comune di Corciano, Regione Umbria e una società che voleva costruire un albergo con 114 stanze e sala ricevimento

Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, il Comune di Corciano e la Regione Umbria bocciano il “castello delle cerimonie” che doveva sorgere nel comprensorio di Corciano.

A presentare ricorso al Tar è stata la società, assistita dall’avvocato Francesco Augusto De Matteis, che intendeva realizzare il complesso alberghiero composto “da 114 camere e spazi per eventi (sale per congressi e cerimonie)” nella zona di Colle della Trinità. Progetto che è stato respinto da Regione Umbria, rappresentata dall’avvocato Anna Rita Gobbo, e dal Comune di Corciano, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Caforio.

Il Comune di Corciano, di fronte al progetto, aveva sollevato perplessità “ritenendo che l’intervento potesse avere una incidenza significativa sul (vicino) sito di interesse comunitario di monte Malbe” e invitava la società a presentare uno studio da sottoporre alla Regione Umbria. La quale esprimeva sul progetto “una valutazione di incidenza non favorevole, rilevando che l’area di intervento si collocava a ridosso di un corridoio di collegamento ecologico, funzionale per diverse specie selvatiche” e che “gli interventi previsti operavano un’importante sostituzione di habitat con conseguenti fenomeni di frammentazione e modificazioni irreversibili della biodiversità esistente, tali da minacciare i delicati equilibri ecosistemici presenti nell’area”.

Sfavorevole anche il parere del Comando provinciale dei Vigili del fuoco in relazione alla conformità alla normativa antincendio e l’Arpa Umbria in relazione alle sistemazioni fognarie dell’intervento.

A fronte di tutto ciò la società chiedeva i danni al Comune di Corciano e alla Regione Umbria. Richiesta danni rigettata dal Tar in prima istanza e concessa dal Consiglio di Stato (solo in relazione alla nullità del diniego e non sul risarcimento). Nel frattempo la società che intendeva costruire la struttura è stata acquisita da un’altra società, che si è rivolta al Tar per ottenere il ristoro.

I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso sulla base dell’illegittimità dello stesso in quanto non è mai stato opposto il diniego al risarcimento. Ne consegue la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

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