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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Quarto Passo, maxi processo contro l'Ndrangheta al via: in aula è "guerra" contro le parti civili

Le difese degli imputati si sono opposte alla costituzione di parte civile delle associazioni contro la mafia. Si torna in aula a febbraio per la decisione dei giudici

Prende il via (dopo i rinvii per alcuni difetti di notifica) il maxi processo contro il presunto clan n’dranghetista partito dall’inchiesta denominata “Quarto passo” e che svelò un dominio mafioso su Perugia.

Sono 57 le persone finite alla sbarra, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione, estorsione, traffico di droga, truffa, usura. Un esercito di avvocati e un'aula del tribunale di Perugia gremita: oggi le difese degli imputati si sono opposte alle costituzioni di parte civile delle associazioni per la lotta alla mafia nel territorio e il tribunale scioglierà la riserva il prossimo 27 febbraio.

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Per la difesa, le costituzioni di parte civile delle associazioni non sono ammissibili, in quanto non operano in Umbria, ma in generale nel territorio italiano, mentre il processo riguarda il presunto clan n’dranghetista che si sarebbe invece insediato nella nostra regione. Inoltre alcune di queste associazioni, sarebbero nate dopo l’inizio del maxi processo. Si torna in aula a febbraio, mentre il 3 aprile inizierà la fase istruttoria.

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Anche la Regione Umbria e il Comune di Perugia parte civile. ;L'avvocato Nicola di Mario ha depositato le richieste di costituzione di parte civile: sono 6 milioni di risarcimento quelli chiesti dall'avvocato- contro il presunto clan mafioso che avrebbe messo le mani sulla città. Un disegno criminoso volto ad estorcere denaro per il mercato dell'usura; così avrebbero minacciato imprese e aziende, fino a ridurle sul lastrico. Pesanti atti intimidatori per il controllo e il predominio sul capoluogo umbro. 

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I numeri dell'inchiesta - La cosca aveva messo le mani su 39 imprese, 106 immobili, 129 veicoli, 28 contratti assicurativi, oltre 300 rapporti bancari e di credito.L'operazione  “Quarto Passo” era riuscita a svelare in che modo le mani della 'Ndrangheta avessero tessuto una stretta rete su tutta la provincia di Perugia, incoronando però il capoluogo umbro quartier generale del clan. La sede del clan era radicata a Ponte san Giovanni, una organizzazione criminale affiliata alle famiglie di Cirò e Cirò Marina, anche se autonoma e formata da vari calabresi emigrati in Umbria da anni; gli inquirenti hanno "documentato le modalità tipicamente mafiose di acquisizione e condizionamento di attività imprenditoriali, in particolare nel settore edile, anche mediante incendi e intimidazioni con finalità estorsive".

Gli imputati sono difesi dagli avvocati: Adorisio, Cozza, Modesti, Modena, Paccoi, Egidi, Schettini, Figoli, De Lio, Zaganelli.

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