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Cronaca

Storie di Donne - L’archeologa Luana Cenciaioli va in pensione. Ha rilanciato il Museo Archeologico. "Ma non smetto di studiare"

Dal 2015, direttore dei Musei archeologici dell’Umbria: Perugia, Spoleto e Orvieto. L'intervista

L’archeologa Luana Cenciaioli dice addio al Manu - il bellissimo Museo archeologico dell'Umbria - e prepara un futuro di studi e di… viaggi. Dopo essersi spesa in tanti anni di onorato servizio, in costanza di studi fecondi e appassionati. Laureata a Perugia in lettere classiche, Luana ha poi coltivato con intensità studi di antichistica e in specie di etruscologia. Funzionario archeologo dal 1979, è stata – come l’Inviato Cittadino amò definirla – “Nostra Signora dei Volumni” in veste di direttrice archeologica della Necropoli del Palazzone, dell’area archeologica di Otricoli, dell’Antiquarium e teatro romano di Gubbio.

Sua la responsabilità degli scavi sotto la cattedrale di San Lorenzo con curatela del relativo percorso archeologico. Dal 2015, direttore dei Musei archeologici dell’Umbria: Perugia, Spoleto e Orvieto. Tantissime le operazioni culturali sbocciate dalla collaborazione con soggetti privati e istituzionali. Numerosi i restauri promossi e seguiti (tra i quali quello recente del Lapidario, e altri, col fido Adamo Scaleggi), tante le mostre in Italia e all’estero. Ora, da domenica 1° Marzo, è in pensione. Con l’orologio, s’intende. Ma non col cuore e col cervello.

Cosa farai, Luana, da lunedì della prossima settimana? Risponde col sorriso: “Porterò a compimento tanti studi e pubblicazioni che ho iniziato e che l’impegno lavorativo mi ha finora impedito di completare”.

Ce ne vuoi svelare qualcuno? “Alcuni li conosci già. In primis il volume “Perugia archeologica”, opera cui mi sono fruttuosamente dedicata per ben 35 anni, con saperi che hanno sapore di antico e di prezioso”.

Qualche altro lavoro tenuto nel cassetto? “Sai che la mia irrinunciabile passione è quella di Otricoli. Credo che gli studi e le conoscenze accumulate meritino di essere rese pubbliche, al servizio della cultura e degli appassionati del settore”.

Ce n’è un altro di lavori in cui devi dire meritatamente la tua, vero? “Credo che ti riferisca al volume su Strozzacapponi che uscirà su Biblioteca di Studi etruschi”.

E sul “tuo” museo non scriverai niente? “Non potrò farne a meno. Se non altro per dare conto delle significative novità apportate sul piano espositivo, di arricchimento e valorizzazione del patrimonio”. 

Luana è di una straordinaria modestia, ma va almeno ricordato il suo ruolo in operazioni di rilievo che resteranno patrimonio culturale della comunità. Nell’imbarazzo della scelta, cito al volo il recente restauro dell’Arco Etrusco e scoperte collegate (il marito Sergio Vergoni, ex “frego” della Pesa, fu responsabile di impalcature e sicurezza). La sua collaborazione, riservata e fondamentale (col competente nucleo dei Carabinieri), nel recupero degli straordinari reperti della tomba dei Cacni, all’Elce, pronti per la vendita sul
mercato parallelo. E a lei affidati in custodia giudiziaria. La valorizzazione delle collezioni, come quella degli amuleti Bellucci. E tante altre iniziative delle quali ci ha sempre dato notizia in veste professionale e  amicale. 

C’è anche un altro progetto, fra antropologia e microstoria locale. Ce ne vuoi parlare? “È vero. Si tratta di una ricerca, avviata con gli anziani residenti nel quartiere perugino di Santa Lucia, dove sono nata. Sto intervistando gli ultimi informatori, residenti della prima ora, circa il modo di vivere e di lavorare, le relazioni, le vicende della fabbrica Spagnoli e tutto quanto serve a delineare il quadro di un mondo che non c’è più, ma che sarebbe colpevole dimenticare”.

E la tua vita privata? “Viaggerò con Sergio, col quale condivido questa passione. Ma, per adesso, resto in attesa di una schiarita sul virus che tanto preoccupa”.

Venerdì l’ultima conferenza a Perugia e sabato a Orvieto, sui capolavori presenti nei rispettivi musei. Direi proprio che Luana, portando alla luce tanti capolavori, ha dato alla luce se stessa. Ossia ha partorito quella sua personalità improntata a generosa cultura, oltre che vocata alla didattica e alla divulgazione scientifica. Che è riuscita a far transitare con elegante semplicità. Soprattutto a beneficio di quanti tra noi
amino sapere da dove veniamo.

Ciao, Luana. Ci rivedremo al “tuo” museo. Forse alla sede della Pro Ponte, per la quale hai fatto tanto e che non può fare a meno della tua collaborazione. O capiterà d’incontrarci nei luoghi deputati alla trasmissione di cultura e umanità. Ci saluteremo, come sempre, con un sorriso.

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