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Cronaca Centro Storico / Via Pergola

Meredith, Sollecito prega per Mez davanti la casa dell'omicidio

Il ragazzo si trovava oggi a Perugia per problemi legati alla sua carriera universitaria. Le motivazioni della sentenza sulla presunta arma del delitto e sull'ipotesi del killer solitario

Nel giorno in cui sono state rese note le motivazioni della sentenza di secondo grado del caso Meredith Kercher e che hanno affermato la “mancanza di prove e movente senza fondamenti”, Raffaele Sollecito si trovava a Perugia per risolvere alcune problematiche al suo percorso universitario perugino culminato con la Laurea dietro le sbarre del Carcere Sabbione di Terni.

Il ragazzo di Giovinazzo ha trovato la forza di rivedere ancora una volta quella casa di via della Pergola dove avvenne il brutale omicidio della ragazza inglese. E li davanti a quella cancello che difende per quello che può nuove vite, nuovi affittuari, si è fatto il segno della croce.

Come ha ammesso ai cronisti: “Mi sono fatto un segno della croce quando sono passato davanti a via della Pergola per rispetto di Meredith, in fondo era una ragazza di 21 anni che ha perso la vita in un modo barbaro. Questa cosa fa soffrire chiunque, anche chi non la conosce - ha aggiunto ricordando Meredith - a maggior ragione me che l'ho conosciuta”.

Quel segno della croce però può essere interpretato anche come un ulteriore liberazione per il giovane pugliese, sul quale pende sempre il ricorso in Cassazione e che informato sulle motivazioni della sentenza si è lasciato sfuggire: "Speriamo sia la fine di questo incubo".

Ecco alcuni punti salienti delle motivazioni della sentenza

MOVENTE INESISTENTE Sul fronte giudiziario delle motivazioni viene fatto a pezzi il movente dell’accusa: “E’ un movente non corroborato da alcun elemento obiettivo di prova e niente affatto probabile quello ipotizzato in primo grado a carico di Raffaele Sollecito e Amanda Knox”.

ARMA DEL DELITTO Stessa valutazione sull’arma del delitto, cioè il coltello sequestrato nell’abitazione di Sollecito: La lama è stata ritenuta compatibile - si ricorda nelle motivazioni - con la ferita maggiore riscontrata sul corpo della Kercher ma non con le altre lesioni. Bocciate le analisi genetiche di primo grado, per avallare quella della perizia super-partes che ha illustrato contaminazioni.

KILLER UNICO Indirettamente la Corte ha avallato la teoria dell’accusa del killer solitario: "Il riesame delle risultanze processuali di primo grado e le acquisizioni conseguenti alla parziale rinnovazione della istruttoria dibattimentale in appello, non confermano la ipotesi del necessario concorso di piu' persone nel reato".



 

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