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Cronaca Assisi

Morte Monsignor Goretti, il ricordo di Leonardi: "Era il vescovo della gente"

Nel giorno dei funerali di Mons. Sergio Goretti, vescovo emerito di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino il ricordo della Caritas Umbria con le parole del dottor Giacomo Leonardi

Nel giorno delle esequie di monsignor Sergio Goretti, vescovo emerito di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, che è stato presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) dal 1995 al 2004, l’Ufficio stampa e comunicazione della Delegazione regionale della Caritas Umbria lo ricorda attraverso la testimonianza del dott. Giocondo Leonardi, già direttore della Caritas diocesana e delegato regionale Caritas, oggi direttore dell’Istituto Serafico di Assisi, pubblicata sul sito www.chiesainumbria.it/caritas.

"Fu il vescovo della gente, sempre disponibile al colloquio – scrive Leonardi – schietto e cordiale soprattutto con la gente semplice, conosceva di persona tantissimi suoi fedeli. Durante il terremoto del 1997 fu accanto alla gente, in particolare ai fedeli delle zone più colpite di Nocera Umbra. Celebri le sue dichiarazioni sulla stampa: “a furia di parlare del timpano mi avete rotto i timpani” con riferimento all’eccessiva enfasi data dai giornalisti al timpano della basilica di San Francesco e non al dramma della povera gente, rimasta senza nulla. Due anni dopo il terremoto si espresse in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana in termini così perentori che furono ripresi dai giornali di mezzo mondo.

“Ho paura delle strumentalizzazioni: i politici, per ovvie ragioni, dicono che va tutto bene, l’opposizione dice che tutto va male. Desidero una riflessione serena, ma dico anche che è ora di darsi una ‘smossa’”.

Pesa le parole, ma monsignor Sergio Goretti, vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino, la diocesi più colpita dal terremoto, si schiera con fermezza a fianco della sua gente. L’occasione è il convegno promosso dalla Caritas a Nocera Umbra sabato 4 dicembre 1997: "È ora di ricostruire". “La mia gente è stremata”, denuncia il vescovo. “Non si ribellano, ma stanno crollando psicologicamente: e questa è una grossa preoccupazione pastorale, perché sono stremati anche i pastori. Eppure è gente forte, legata a valori profondi. Sono stati illusi, e ormai se ne stanno rendendo conto”. Conclude la voce accorata del vescovo: “Un terzo della mia gente se n’è già andata. Tornerà? Nocera è ancora un cumulo di macerie: se anche la ricostruiranno, chi tornerà ad abitarci?”».

«Il vescovo Goretti – prosegue l’ex direttore della Caritas diocesana – fu protagonista anche di un’attenzione missionaria verso i lontani, in particolare verso la missione di Kasumo, in Tanzania, dove si recò personalmente in due occasioni: per inaugurare la scuola primaria e per quella secondaria. Sostenne la nascita della Casa regionale Caritas “Il Germoglio meraviglioso” in Foligno, la presenza delle Caritas diocesane dell’Umbria in Kosovo, visitandola personalmente. Fu il vescovo che nel 2004 celebrò ad Assisi le nozze di Massimo e Cristina, i due volontari presenti in Kosovo dal 1999. In diocesi affidò il Centro di Accoglienza Caritas alla gestione dei volontari che avevano vissuto l’esperienza del terremoto nello stile di gratuità accanto alla gente. Nel 2003 sostenne la nascita della Fondazione diocesana di Religione Santi Rufino e Rinaldo, per la gestione delle opere caritative diocesane. Per suo desiderio fu aperta anche la collaborazione con il Perù, dove era missionaria suor Paola Rotati, delle suore Oblate del Bambin Gesù e furono realizzati i nuovi locali destinati all’accoglienza dei bambini della Missione Betlemme».

"Mantenne sempre un rapporto diretto con i poveri, che accoglieva personalmente e ascoltava – conclude Giocondo Leonardi –prima di raccomandarli alla sua Caritas, non prima di essersi messo le mani nelle sue tasche".

 

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