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Cronaca Spoleto

Muore a 17 anni in un incidente stradale, la famiglia chiede giustizia

Sotto l'aspetto civile il procedimento si è concluso. Non così, invece, in chiave penale, dove la relativa causa si sta trascinando da mesi

Ci sono voluti lunghi mesi, ma comincia a intravverdersi la luce in fondo al lungo tunnel della vicenda giudiziaria legata all'incidente mortale che ha visto come vittima il non ancora maggiorenne Gianmarco C., verificatosi il 12 marzo del 2014 presso Spina, frazione di Marsciano.

Gianmarco, che risiedeva nel comune di Marsciano con la famiglia, quella “maledetta sera” si trovava come passeggero a bordo di una Mini Cooper condotta da F. C., 19 anni all'epoca dei fatti, pure lui di Marsciano. Il conducente però, a causa dell'eccessiva velocità, in prossimità di una curva perse il controllo della vettura che, dopo varie sbandate, andò a urtare frontalmente contro il muro di recinzione esterna in cemento armato di un'abitazione: un impatto tremendo, che non lasciò scampo al diciassettenne, mentre colui che era alla guida se l'è cavata con ferite non gravi.

La famiglia, per ottenere giustizia e far valere i propri diritti, attraverso la consulente Daniela Vivian si è rivolta a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, che ha preso particolarmente a cuore la vicenda. Sotto l'aspetto civile il procedimento si è concluso. Non così, invece, in chiave penale, dove la relativa causa si sta trascinando da mesi.

Ora però, grazie al pressing degli esperti di Studio 3A e degli stessi familiari, la situazione sembra essersi sbloccata. Il 27 aprile 2015, infatti, dalla Procura di Spoleto il Pubblico Ministero che segue il caso, la dottoressa Michela Petrini, ha richiesto il rinvio a giudizio di F. C., che dovrà rispondere di omicidio colposo, e il 14 agosto, il GUP, la dottoressa Daniela Ceramico D'Auria, ha fissato l'udienza preliminare per il 10 novembre prossimo, alle ore 9.30, presso il Tribunale di Spoleto.

“La morte di un figlio o di un fratello è un evento terribile che segna per sempre l'esistenza di chi rimane a piangere la perdita del proprio caro, che niente e nessuno potrà restituire. La famiglia tuttavia potrà quanto meno ritrovare un po' di serenità con la conclusione del procedimento penale nei confronti del responsabile della morte del loro figlio – commenta Ermes Trovò, Amministratore unico di Studio 3A – Resta il fatto che dobbiamo ancora una volta constatare i tempi biblici di una giustizia che non è in grado di dare risposte, non dico rapide ma quanto meno in tempi decenti, ai cittadini. Dover attendere quasi due anni per un'udienza preliminare è inaccettabile, tanto più se questo sacrificio tocca a persone che hanno già dovuto sopportare un dolore immenso com'è quello per l'improvvisa perdita di un figlio o di un fratello”.

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