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Cronaca Foligno

Omicidio in Caserma, non c'è ancora il movente: "Avevano un rapporto sereno"

Nel giorno dell'interrogatorio di garanzia, secondo la difesa, è stata ribadita dall'arrestato la versione iniziale: una pallottola partita per sbaglio dalla mitraglietta

Per gli avvocati dell'appuntato scelto Emanuele Armeni non è stato chiarito ancora il movente che starebbe alla base del presunto omicidio del militare Emanuele Lucentini deceduto in caserma a Foligno lo scorso 16 maggio.

Armeni è stato comunque arrestato ieri con l'accusa di omicidio volontario. La decisione è stata presa tenendo conto dei risultati della balistica che avrebbero escluso un colpo accidentale partito dalla mitraglietta durante un cambio di turno tra i due.

Inoltre, secondo alcuni esperti interpellati dalla Procura, l'arma sequestrata ha importanti caratteristiche che permetterebbero un alto livello di sicurezza proprio per evitare colpi accidentali. Nel giorno dell'interrogatorio di garanzia, secondo la difesa, è stata ribadita dall'arrestato la versione iniziale - una pallottola partita per sbaglio - e inoltre spiegato che tra i due colleghi non c'erano stati né screzi né tensioni: "c'era un rapporto sereno".

La famiglia della vittima - che non ha mai creduto pienamente nella casualità dell'atto - ha giudicato positivo il lavoro della magistratura: "ogni elemento utile per trovare la verità per noi è da valutare positivamente". Resta comunque un mistero il presunto movente che avrebbe trasformato l'Armeni da un servitore dello Stato ad un killer.  
 

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