Dramma Antonelli, il padre Arnaldo: "Ho visto piangere i medici: era già morto "

"Ho capito che non c'era più speranza per Andrea quando ho visto alcuni dello staff uscire di corsa dalla clinica mobile con le lacrime agli occhi": Arnaldo Antonelli è tornato dalla Russia per stare vicino alla moglie e al figlio più piccolo Luca di 19 anni. E' tornato nella casa di Castiglione del Lago dopo la morte del figlio Andrea sul circuito russo dove il circo della SuperBike stava facendo rombare il rumore delle due ruote. Arnaldo era il manager, il primo tifoso e anche il saggio del team di Andrea.

Lo ha visto morire travolto da un altro mezzo sotto un diluvio che forse doveva consigliare di fermare il circo, almeno per una volta. "Sono stati attimi interminabili: sono arrivato mentre con la barella lo portavano al centro medico. Prima dicevano di trasferirlo con l'elicottero all'Ospedale e quindi speravo che si potesse fare qualcosa. Ma quando hanno spento l'elicottero allora ho capito tutto. Forse era già morto sulla pista. Cercavano di prendere tempo con me ma anche con i media".

Arnaldo tra le lacrime ricorda la passione del figlio e la convinzione di farcela a sfondare: "Non potevi dirgli di non fare questa carriera o di non correre. Era convinto che sarebbe arrivato finalmente nella categoria principale della superbike. Lottava per raggiungere un sogno. Gli dicevo sempre che sarebbe arrivato in Superbike se lo avesse meritato sulla pista. Purtroppo non sono riuscito a portarcelo". Andrea era rimasto un ragazzo umile: lavorava come geometra e si era prestato alla campagna della Provincia per la guida sicura nelle scuole promossa dal presidente Marco Vinicio Guasticchi.