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Cronaca

Insulti, minacce e pedinamenti, quando l'ex molesto veste la divisa

Davanti al giudice due fratelli, appartenenti alle forze dell'ordine, accusati di stlaking nei confronti della ex convivente di uno dei due

Le vittime di stalking si rivolgono alle forze dell’ordine per denunciare appostamenti, minacce e aggressioni. E se a compiere tali gesti fosse un rappresentante delle forze dell’ordine, aiutato da un parente, anch’egli in divisa?

È quanto deve stabilire il giudice monocratico Carla Giangamboni in riferimento ad una vicenda processuale che vede contrapposti un uomo e una donna dopo essere stati legati da una convivenza ultra decennale. Fine della relazione non accettata dall’uomo che “insieme al fratello … aveva svariate volte insultato la donna, l’aveva seguita e fotografata, l’aveva cercata sul posto di lavoro, rivolgendo inoltre similari condotte di minaccia e molestia nei confronti” del nuovo fidanzato della donna, raggiunto anche presso la residenza dei genitori fuori regione, si legge nel capo d’imputazione.

La donna e il suo nuovo compagno, assistiti dall’avvocato Delfo Berretti, hanno lamentato “ripetute molestie, ingiurie, minacce da parte degli indagati, sino ad evidenziarsi in tali condotte i requisiti” del reato di stalking.

Dall’altra parte ci sono i due rappresentati delle forze dell’ordine, imparentati, che si difendono, tramite l’avvocato David Zaganelli, e riferiscono che “la presenza degli indagati presso l’ambulatorio medico” dove lavora la donna come segretaria è più che giustificata visto che sono pazienti del dottore e che, quindi, non sussisteva alcune “intenzione di molestare” la ex. Anzi proprio in quella occasione sarebbero stati minacciati dal nuovo compagno della donna “quando si trovavano in fila in attesa del proprio turno” sempre dal medico.

Il giudice ha stilato un calendario per sentire tutti i testimoni di accusa e difesa per fare luce sulla vicenda.

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