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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Due pazienti lo accusano di palpeggiamenti in corsia, infermiere nei guai per violenza sessuale

Gli episodi sarebbero avvenuti all'ospedale di Perugia con la scusa di effettuare un prelievo di sangue o una visita. Una delle presunte vittime soffre di attacchi di panico. L'uomo si proclama innocente

Attacchi di panico e la paura anche di camminare da sola. Sono le conseguenze vissute da una ragazza vittima delle molestie di un infermiere all’ospedale di Perugia.

L’uomo è finito sotto processo per violenza sessuale, difeso dagli avvocati Nicola di Mario e Francesco Bianchini, per aver palpeggiato una studentessa che si trovava in ospedale e averla costretta a toccargli i genitali.

Le accuse a carico dell’uomo sono tutte da provare in sede dibattimentale davanti al primo collegio del Tribunale di Perugia, processo nel quale la giovane si è costituita parte civile tramite l’avvocato Giuseppe De Lio.

Sulla base della ricostruzione fornita dalla giovane, l’infermiere sarebbe entrato nella camera in cui la ragazza era ricoverata e in quel luogo l’avrebbe molestata.

Secondo la Procura di Perugia l’infermiere avrebbe “con violenza e abusando della condizione di inferiorità fisica della donna” costretto “quest’ultima a subire atti sessuali, in particolare, quale infermiere, col pretesto di misurarle la temperatura, quale paziente ricoverata per una colica renale, le alzava la maglietta toccandola sul rene destro, le metteva le mani su entrambi i fianchi, le abbassava i pantaloni del pigiama fino all’altezza del pube toccandole la pancia fino all’altezza delle ovaie. Dinanzi alle resistenze della donna che gli restituiva il termometro, le abbassava nuovamente la maglietta mettendole di nuovo le mani sui fianchi, salendo poi fin sotto le ascelle e poggiando volontariamente il suo braccio sinistro sul seno destro della ragazza”.

Dopo quell’episodio la giovane avrebbe avuto attacchi di panico, vivendo ogni momento della sua giornata con la paura addosso, nell’uscire, nel rientrare a casa da sola. Non riesce più a rapportarsi serenamente con persone di sesso maschile. La sola parola “sesso” la terrorizza. Per questo ha avanzato una richiesta di risarcimento danni di 200mila euro.

Contro l’uomo c’è anche un’altra denuncia, presentata da ragazza che avrebbe imputato all’infermiere analoghi comportamenti. Secondo la Procura “con la scusa di un prelievo di sangue, faceva in modo che la giovane paziente con la mano destra e con il pollice toccasse i genitali”.

L’infermiere si è sempre proclamato innocente.

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