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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Lei non si spaventa, raccoglie le prove, denuncia l'ex marito e lo fa condannare per stalking

Il fatto che la donna abbia una personalità forte e che non si sia sottomessa non esclude il reato di persecuzione

L’ex marito la perseguita con appostamenti e messaggi, ma lei non si spaventa, raccoglie le prove, lo denuncia e lo fa condannare a due anni di reclusione.

La Corte d’appello di Perugia ha riformato, aggravando la pena, la condanna a carico dell’uomo per il reato di stalking, i cui estremi sono perfettamente integrati anche quando le “condotte insultanti e vessatorie adottate dall’imputato nei confronti della persona offesa, quando difetta la prova che le condotte abbiano cagionato nella persona offesa uno degli eventi alternativi costitutivi del delitto di stalking”.

Secondo il giudice di primo grado, quindi, il fatto che la donna non avesse cambiato stile di vita, non si facesse accompagnare da qualcuno quando usciva, oppure non si fosse chiusa in casa per paura dell’ex; insomma non “avesse sviluppato timore per la propria incolumità o uno stato di ansia”, per questo non si configurerebbe il reato di stalking, cioè di persecuzione.

I giudici di appello, invece, sono stati di tutt’altro avviso, imputato all’ex marito l’aggravante del reato ed evidenziando che “dalle risultanze probatorie era emersa la forte personalità della persona offesa, per nulla sottomessa all’imputato né suscettibile di subire gli effetti descritti in conseguenza delle condotte adottate da quest’ultimo”.

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