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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il mistero nell'opera d'arte: San Costanzo "cancellato" dal vescovo nella copia del quadro del Perugino

Il vescovo Comitoli commissionò a un maestro miniatore, Biagio di Angelo Marini detto "Biagino", una copia della Pala dei Decenviri di Pietro Perugino... ma quella copia non fu così fedele all'originale. Perchè? Quali erano le intenzioni del vescovo?

Ma San Costanzo era un santo di serie B? O era antipatico e particolarmente odioso al vescovo spoletino Napoleone Comitoli? Si tinge di giallo l’osservazione della Pala dei Decemviri del Perugino, alla chiesa di S. Ercolano. Dalla copia manca San Costanzo, drasticamente depennato e sostituito da un angioletto!

Un po’ di storia. L’originale fu commissionato per la Cappella nel Palazzo dei Priori. L’opera venne realizzata da Pietro Perugino tra la fine del 1495 e il 1496. Originariamente la Pala era coronata da una cimasa col Cristo in pietà, oggi alla Galleria nazionale dell'Umbria. L’opera è importante, in quanto destinata ad essere collocata in Cappella, luogo in cui i decemviri si riunivano nel corso del loro mandato amministrativo. Lì pregavano e prendevano le decisioni, seduti sui preziosi scranni, intagliati tra il 1452 e il 1466 da Paolino da Ascoli e Gaspare da Foligno.

I dieci magistrati avevano sulle loro teste il ciclo di affreschi realizzato da Benedetto Bonfigli, mentre sull’altare si trovava la celebre tela. La Pala fu rimossa dal delegato apostolico che al suo posto fece realizzare l’affresco tuttora visibile dietro l’altare. Trasferita al primo piano del palazzo, nel 1789 fu requisita dai francesi e portata a Parigi. A Perugia restò la cornice originale e la cimasa raffigurante il Vir doloris. Tornata in Italia dopo il crollo dell’impero napoleonico, venne destinata ai Musei Vaticani. Domenico Garbi ne realizzò una copia.

Nel Seicento, il vescovo di Perugia Napoleone Comitoli, investendo risorse proprie, decise di restaurare e riconsacrare la chiesa di Ercolano, caduta in stato di avvilente abbandono. Vi trasferì, dal Duomo, parte delle reliquie del santo e commissionò al pittore Mattiuccio Salvucci (Bettona 1575-Perugia 1627) quattro dipinti (due datati 1609) che narrano episodi dell’assedio dei Goti e che sanciscono l’immagine di “defensor civitatis” della figura del Santo martire. È infatti noto che ancora il Comitoli, nel giro di quegli anni, commissionò a un maestro miniatore, Biagio di Angelo Marini detto “Biagino”, una copia della Pala dei Decenviri di Pietro Perugino.

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