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Cronaca

Meredith, è il giorno del verdetto: "Raffaele Sollecito come Forrest Gump"

Raffaele Sollecito è arrivato in Cassazione insieme ai suoi legali Giulia Bongiorno e Luca Maori. Con lui anche la giovane fidanzata e il padre

E' iniziata, con circa mezz'ora di ritardo, l'udienza del processo Meredith in Cassazione. Per la difesa di Raffaele Sollecito, ha preso la parola l'avvocato Giulia Bongiorno spiegando che il suo intervento "si articolerà sugli unici due indizi a carico dell'imputato: il gancetto del reggiseno di Meredith e l'essere stato fidanzato per 10 giorni con Amanda Knox". Dopo la parola passerà all'avvocato Luca Maori e poi i giudici si chiuderanno in camera di consiglio.

Raffaele Sollecito è arrivato in Cassazione insieme ai suoi legali Giulia Bongiorno e Luca Maori. Con il giovane c'è anche la fidanzata Greta e il padre Francesco con la sua compagna. Il verdetto è atteso in giornata.

Nell’udienza di mercoledì 25 marzo il sostituto procuratore pg di Cassazione, Mario Pinelli, durante la requisitoria ha dichiarato “Amanda Knox e Raffaele Sollecito vanno condannati”. “Non vi fu alcuna colluttazione, a meno che non si voglia definire colluttazione la difesa di una vittima su cui inferiscono tre persone". Definendo inoltre adeguatamente motivato l'impianto accusatorio che ha portato alla condanna nell'appello bis dei due ex fidanzati.

Il procuratore generale di Cassazione ha sottolineato inoltre che "a seguito dell'omicidio si diede corso ad una estesa attività di ripulitura selettiva". Ha definito "immune da censure" la decisione di non ripetere gli  accertamenti sul computer di Sollecito e "adeguatamente motivata" la decisione di non procedere magli esami antropometrici sulle immagini di una telecamera posta in via della Pergola.

Concorda con la decisione di non interrogare nuovamente Rudy Guede in quanto il giovane già condannato a 16 anni per l'omicidio "ha ribadito in termini inequivocabili che non intendeva rispondere" su quei fatti. Infine ha convenuto con la finestra temporale tra "le 21 e mezzanotte e dieci" individuata dalla Corte fiorentina per l'ora della morte di Meredith.

Una ricostruzione dettagliata di quella drammatica notte che vide per il pg della Cassazione "Amanda e Raffaele fuori dall'abitazione di via della Pergola, stazionarono all'esterno senza chiamare i carabinieri. I due tergiversarono e si attivarono solo nel momento in cui furono costretti a farlo, cioè quando ci fu l'arrivo inaspettato della polizia. La prima telefonata fu alla sorella di Sollecito, anziché al 112 come avrebbe dovuto essere". Oggi, 27 marzo, si arriva quindi all’epilogo di questa triste vicenda durata per otto lunghi anni.

La diretta: 

ore 13.40: i giudici della quinta sezione penale della Corte di Cassazione sono da pochi minuti in camera di consiglio per pronunciarsi sul ricorso presentato da Amanda Knox e Raffaele Sollecito contro la condanna, rispettivamente a 28 anni e mezzo e 25 anni di reclusione, inflitta dalla Corte d'Assise d'appello di Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher. Il presidente Gennaro Marasca non ha dato alcuna indicazione alle parti circa l'orario di conclusione della camera di consiglio: "Non sono ancora in grado", si è limitato a dire ai difensori i quali saranno avvertiti un'ora prima della lettura del dispositivo da un cancelliere. 

L'intervento del legale di Sollecito. "Raffaele Sollecito è come Forrest Gump: è un puro coinvolto in cose enormi, senza rendersene conto, e a cui capitano addosso cose pesanti come la condanna a 25 anni di reclusione che chiedo di annullare".  Sono queste le parole usate dall'avvocato Giulia Bongiorno durante l'intervento difensivo in favore di Raffaele Sollecito. Il legale ha, inoltre, ribadito: "Raffaele Sollecito non ha depistato le indagini ma ha collaborato con gli investigatori, ha preso a spallate la porta dove c'era il corpo di Meredith e durante l'aggressione violenta stava vedendo i cartoni animati".

"L'approccio della sentenza fiorentina con le prove genetiche sul gancetto e sul coltellaccio è fuorviante e anacronistico. La sentenza ammette che non vi è la prova certa della presenza del dna di Sollecito sul gancetto. I protocolli internazionali dei prelievi e degli esami, infatti, non sono stati rispettati".  "Contro Raffaele - ha poi affermato Giulia Bongiorno - è stato usato un metodo 'sospettocentrico' perchè la prova del dna è stata fatta solo per cercare la sua traccia e non quella delle tante altre persone che frequentavano la casa di via della Pergola, tra le quali Giacomo Silenzi".

La Bongiorno ha spiegato di non voler dire che Silenzi "è colpevole, dal momento che ha un alibi, ma solo che su quel gancetto potevano essere trovate molte altre tracce genetiche se solo fossero state cercate". Inoltre l'avvocato ha criticato la sentenza dell'appello bis perchè  ha dato all'impronta genetica di Raffaele rinvenuta sul gancetto una sorta di "valore di prova genetica a capacità ridotta, una cosa che non esiste in questo campo in quanto una mezza traccia genetica non è una prova, ma una trappola. Il criterio della capacità ridotta non si puo' applicare alla genetica, ma semmai alla valutazione delle dichiarazioni dei pentiti, come è avvenuto nel processo Andreotti".

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