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Cronaca

Marcia della Pace 2011, le voci del corteo

La Pace come valore universale che non può prescindere dai diritti civili, dal diritto al lavoro e da una giustizia che sia uguale per tutti

"Abbiamo bisogno di costruire un paese nuovo e allora basta con i tagli alla cultura, basta con i finanziamenti per le operazioni militari ma diamo una possibilità alla pace". Così Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, vuole lanciare un appello ai politici di tutti i governi affinché si rilanci il dialogo interculturale. La Marcia della Pace Perugia-Assisi riaccende i riflettori su diverse questioni ancora aperte come il lavoro, la giustizia e il rispetto dei diritti umani.

Una coppia di professori universitari in pensione provenienti dalla Sicilia si ferma lungo il percorso nei pressi di Ponte San Giovanni: "Non abbiamo più le gambe di una volta ma siamo comunque qui per partecipare a questa manifestazione di pace e solidarietà". Ci raccontano di come non siano cambiate di molto le richieste che questa marcia cerca di portare all'attenzione di tutti: "Nel '78 eravamo qui con altri problemi, la guerra del Vietnam era appena finita e la guerra fredda era lo spettro degli anni a venire".

Ilaria, giovane attivista romana e studentessa a Pisa presso il Centro Scienze per la Pace, afferma che il corteo rappresenta una possibilità di dialogo e condivisione tra nuove generazioni: "Mi aspettavo tanta gente ma un'atmosfera così coinvolgente no. E' bello essere qui e partecipare insieme a tanta altra gente per chiedere maggiore attenzione sui temi della pace e della giustizia sociale - infine aggiunge - anche la città di Perugia mi ha lasciato ottime impressioni".

Tra i tanti manifestanti c'e anche un gruppo di rifugiati di origine curda proveniente da Roma. Faisal, un ragazzo di 28anni ci racconta la difficile situazione in Turchia, soggetta in molti casi a persecuzione da parte della polizia turca. Anche Faisal marcia per chiedere maggiori diritti e per portare all'attenzione dell'opinione pubblica la sua causa come quella di molti altri stranieri in Italia.

La pace continua la sua lunga marcia verso una piena coscienza collettiva che possa cambiare l'attuale sistema mondiale, questa è la speranza di Faisal come di tutti quelli presenti oggi alla manifestazione, un'occasione in più per gridare al mondo la voglia di pace e diritti.
 

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