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Cronaca

Si va verso il "Marchio Umbria", il vino la priorità: c'è chi esprime già delle perplessità

E' l'Umbria la regiona che in assoluto esporta più vino all'estero con un incremento negli ultimi anni del ben 45 per cento, da qui l'idea di creare un "Marchio Umbria"

Non ci sono dubbi, il vino umbro è apprezzato in tutto il mondo. A dirlo sono i numeri, con un incremento infatti del 45 per cento sulle vendite, rispetto al 25 per cento delle altre regioni. L’Umbria e il suo vino surclassano quindi tutti.

Considerato uno dei settori più importanti e maggiormente in fase di sviluppo, sembra che la nostra uva sia particolarmente apprezzata in Germania e Stati Uniti. Adesso il prossimo passo, come riferisce l’assessore Fernanda Cecchini, è creare un “Marchio Umbria” da inserire nell'etichetta o attraverso un bollino sulla bottiglia

Si cercano già i primi fondi per la realizzazione del progetto. Budget annuale comunque per l'attuazione dell'Organizzazione comune di mercato del vino è pur sempre di 6,5 milioni di euro, fondi comunitari Feaga.  

Per quanto riguarda i reimpianti, a decorrere dal primo gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2030 si passa al sistema delle "autorizzazioni per gli impianti viticoli". Questo nuovo sistema autorizzatorio prevede che le Regioni concedono nuove autorizzazioni (valide per tre anni) all'impianto/reimpianto di vigneti, fino ad un massimo per anno dell'1 per cento della superficie vitata. La riforma dell'Ocm, per le misure di sostegno, prevede oltre alle attuali misure anche la promozione sul mercato interno e non più soltanto in Paesi terzi, oltre ad interventi volti all'innovazione.

Ma a esprimere le proprie perplessità è stato il consigliere Paolo Brutti (Idv) che si è detto poco convinto del 'Marchio Umbria'. Spiegazione? A suo dire troppi mondi diversi che si uniscono. Per Massimo Mantovani (Ncd), invece, il discorso del 'bollino' deve andare oltre il vino, interessando anche l'olio ed in genere tutti i nostri prodotti enogastronomici di punta.

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