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Cronaca

ARRESTATO CERRONI per truffa sui rifiuti: socio ed ex amministratore delegato di Gesenu

E' stato arrestato questa mattina, 9 gennaio, il socio e l'ex amministratore delegato di Gesenu, Manlio Cerroni con l'accusa di truffa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti

E’ finito ai domiciliari, ma solo per motivi di età, Manlio Cerroni, ex amministratore delegato e socio di Gesenu, la società partecipata dal Comune di Perugia che si occupa dello smaltimento dei rifiuti e della raccolta differenziata.

A firmare il provvedimento il gip su richiesta della procura di Roma che ipotizza il reato di truffa e associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti con riferimento però alla discarica di Malagratta chiusa nel 2013 dopo 30anni di attività. In tutto sette le persone arrestate dai carabinieri del Noe di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Oltre al proprietario dell'area della discarica di Malagrotta, a finire in manette anche l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l'imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano.

Le indagini sono state dirette da Sergio De Caprio, noto come “Ultimo” e famoso per l’arresto di Totò Riina e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini. In corso ancora perquisizioni.

Sull'arresto dell'avvocato Manlio Cerroni è intervenuta anche la Gesenu spiegando che ha preso le distanze sia dall'inchiesta romana che dal socio di maggioranza. "L'avvocato Cerroni non partecipa direttamente alla gestione della "A. Cecchini" e non fa parte del consiglio di amministrazione di Gesenu".

Una banda che operava per mantenere la posizione di monopolio nella gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Un business milionario che secondo la Procura di Roma era mantenuto a suon di affari non sempre leciti che sconfinavano anche in truffe. Sette gli arresti eseguiti oggi dai carabinieri del Noe. Tra le persone finite in manette anche il "Re della monnezza", come ironicamente e' definito a Roma, ovvero Manlio Cerroni, 87 anni, patron della maxidiscarica (ormai chiusa) di Malagrotta e dominus del sistema costituito da soggetti privati, funzionari pubblici e politici. L'impero di Manlio Cerroni, costruito a suon di metri cubi di spazzatura, rischia ora di sgretolarsi sotto il peso dell'inchiesta che, secondo la procura
ed i carabinieri del Noe, ha svelato un sistema di malaffare il quale, almeno a partire dal 2008, ha avuto ricadute negative sull'intera collettività. 

Per la Procura la banda mandava in discarica anche tonnellate di differenziata, mantenendo gli impianti dedicati fermi ma prendendosi contestualmente i soldi. Inoltre questo sistema permetteva, secondo l'accusa, di mandare Malagrotta costantemente in emergenza: da qui la necessità per le amministrazioni di cercare nuovi siti dove mandare i rifiuti, ricerca che, per i pm, il sodalizio comunque riusciva ad influenzare. A vantaggio di impianti di proprieta' di Cerroni. Contestualmente al loro arresto è scattato anche il sequestro preventivo di beni per 18 milioni di euro, ossia l'ammontare del profitto illecito. 

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