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Cronaca

Famiglie distrutte dal gioco, 400 nuovi casi e il Comune corre ai ripari per arginare la piaga

Il Comune di Perugia, per contrastare la piaga sociale, ha ufficializzato l'adesione al Manifesto dei Sindaci per cercare di limitare gli orari e le sale gioco. Ecco come potrebbe cambiare la situazione

Gioco d’azzardo, slot machine, gratta e vinci. E ancora scommesse e lotterie, stanno assumendo le proporzioni di un fenomeno dilagante e sempre più in crescita, con numeri da capogiro. In Umbria, attualmente, si sono registrati quasi 400 casi di ludopatia (dipendenza dal gioco) con un incremento dell’89%. Ed è così che stamane il Comune di Perugia, per contrastare la piaga sociale, ha ufficializzato l’adesione al Manifesto dei Sindaci, che la Scuola delle buone pratiche aveva lanciato già nel 2013 con l’obiettivo di regolamentare la situazione a livello nazionale.

“Il fenomeno del gioco d’azzardo sta assumendo dimensioni significative –ha detto l’assessore alle Politiche sociali Edi Cicchi, in conferenza stampa- anche dal punto di vista patologico, con ripercussioni preoccupanti nell’ambito socio-sanitario. Solo nella nostra regione, nel 2015, si sono registrati 357 casi di dipendenza da gioco d’azzardo, con un incremento dell’89%. L’adesione al Manifesto dei Sindaci serve proprio a promuovere azioni a favore della tutela della salute dei cittadini, che è compito degli enti locali”.

“E’ fondamentale –ha concluso l’assessore Cicchi- che si faccia rete tra i diversi soggetti interessati ed è per questo che stiamo lavorando a stretto contatto con l’Assessorato al Commercio, per il coinvolgimento anche degli esercenti”. Il gioco d’azzardo,  sottrae ore al lavoro, alla vita affettiva, al tempo libero e produce sofferenza. Altera i presupposti morali e sociali e mette a rischio non solo il giocatore, ma anche la sua famiglia e l’intera comunità.

“Come Comune –ha spiegato l’assessore al Commercio Cristiana Casaioli, anche lei intervenuta in conferenza questa mattina- abbiamo un regolamento del 2005 che, per certi versi è stato precursore anche della Legge regionale del 2014, prevedendo già, per esempio, la distanza minima dei luoghi in cui si effettua gioco d’azzardo dai luoghi sensibili o il contingentamento degli impianti installati”.

In conferenza è intervenuto anche lo stesso consigliere Mignini, promotore dell’adesione, che ha sottolineato come “noi adulti dobbiamo avere maggiore coerenza e responsabilità, dobbiamo avere un rapporto educativo con i giovani più attento. Proprio dai dati allarmanti del numero dei soggetti colpiti da ludopatia negli ultimi anni, soprattutto giovani e anziani, è nata la volontà di presentare in consiglio un odg volto a sollecitare l’ente nel contrasto al fenomeno.” 

I numeri allarmanti in Italia  Sono 88 i miliardi di fatturato, pari al 5,5% del PIL nazionale: sono questi i dati economici più rilevanti che fanno del gioco d’azzardo la 4° industria italiana. Le entrate erariali derivanti dal gioco sono state, nel 2015, 8,7 miliardi, mentre per le famiglie italiane esso rappresenta il 12% della spesa. Tra slot, scommesse, lotterie e “gratta e vinci” si spendono circa 1400 euro a testa (neonati compresi), denaro sottratto all’economia reale.

Il gioco d’azzardo rappresenta il 15% del mercato europeo e il 4,4% del mercato mondiale. Si stima, inoltre, che in Italia siano 15 milioni i giocatori abituali (pari al 25% della popolazione), di cui oltre 2 milioni a rischio patologico e circa 800.000 i giocatori già patologici, per curare i quali si spendono 5/6 miliardi l’anno.

In Italia sono 155mila i punti gioco, con circa 540mila apparecchi di gioco. Se questi sono alcuni dei numeri del gioco d’azzardo lecito, ad essi si devono aggiungere anche quelli del gioco d’azzardo illegale, che è cresciuto di pari passo, arrivando ad incassare, nel nostro paese, circa 23 miliardi di euro.

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