Grifo del Love Film Festival a Paul Verhoeven, che si appresta a girare a Perugia il suo "Blessed Virgin"
Grifo alle stelle. Paul Verhoeven aggiunge, al Leone 2016 di Venezia e al Golden Globe del 2017, il Grifone alla carriera di Daniele Corvi, inventore e direttore artistico del Love Film Festival
Grifo alle stelle. Paul Verhoeven aggiunge, al Leone 2016 di Venezia e al Golden Globe del 2017, il Grifone alla carriera di Daniele Corvi, inventore e direttore artistico del Love Film Festival. E di love il regista olandese si intende come pochi, se è vero che questo splendido e garbato ottantenne (tutt’altro che un vieux cochon) si è inventato film scandalo: “Spetters” (1980), “Il quarto uomo” (1983), “Basin Instinct (1992) e “Showgirls” (1995), tutti basati su forti contenuti erotici.
Ci riprova – e sarà certamente un successo – col prossimo “Blessed virgin”, tratto dal romanzo “Atti impuri” di Judith C. Brown, uscito in italiano nella collana “Biblioteca dell’eros”. A chi gli chiede snobisticamente “quale messaggio intenda veicolare” risponde “Nessun messaggio, nessun giudizio o pregiudizio”. C’era da aspettarselo, da consumato e disincantato professionista che dice di amare “La dolce vita” felliniana, che “non copia ma da cui ha imparato”. Inizierà a girare in luglio a Perugia, a Bevagna e a Gubbio, fornendo carburante al nostro turismo.
Si dice che il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, informato del plot della vicenda, abbia espresso qualche perplessità: si tratta infatti di una storia omosessuale declinata al femminile. Ma forse sono chiacchiere. Tanto più che la storia (vera, tra suore) è ambientata a Firenze. E il bene che “Blessed virgin” potrà fare alla città è ben superiore a qualunque pur giustificata riserva.Della Vetusta verranno, infatti, mostrate le emergenze storico-architettoniche e il fascino che aleggia fra i travertini pieni di luce.
La storia, ambientata nel primo ventennio del XVII secolo, è documentata da un manoscritto reperito intatto: il che confligge con l’idea che il nunzio apostolico abbia inteso colpire la vicenda con una irrevocabile damnatio memoriae. Quella storia d’amore è ancora viva e palpitante e, sotto la mano di un regista così geniale, potrà emozionare gli uomini di quattro secoli dopo. Perché amare non può essere che un bene.