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Cronaca

Dal calcio che conta alla pittura dopo un brutto infortunio: la storia di Jacopo da Colombella

Dopo aver giocato a Verona, Melfi, Foligno un problema ad un ginocchio, l’abbandono dello sport e la costruzione di una nuova vita

L’analogia tra calciare un pallone ed impugnare un pennello è difficile da trovare. Eppure, Jacopo Fiorucci, 24enne nato a Colombella (Pg), per anni brillante calciatore nelle fila delle giovanili a Verona, Melfi, Foligno, non ci ha pensato due volte. E come un tempo inventava percorsi ed intesseva azioni sul perimetro di gioco, costretto a rivedere l’impegno agonistico per motivi di salute, ora fa vivere forme e colori sulle tavole della falegnameria del padre che trasforma in un proprio laboratorio, ricavato nella sua abitazione, che chiama confidenzialmente “la mi’ bottega dell’arte”. 

“Il legno mi piace – sottolinea – e, quando termino di raccontare sopra di esso le mie storie, lo immagino già contestualizzato, sia in un ambiente moderno che classico”. La particolarità del progetto di Jacopo, da lui denominato “Other Worlds”, è “condividere i dipinti in un luogo vissuto come la casa, per questo nella mia pagina Facebook creo ambientazioni possibili per far sì che la pittura sposi l’arredamento d’interni ed i miei suggerimenti possano essere accolti”.

Logica imprenditoriale e spirito artistico si fondono, nel desiderio di costruire una strada congeniale alla propria interiorità.  “Dopo avere affrontato lo sport con disciplina – dice ancora il neo artista – ora sto provando l’ebbrezza del lavoro e lo faccio con lo stesso approccio passionale che mi ha accompagnato quando giocavo. Non ho mai frequentato l’istituto d’arte, anzi a scuola la storia dell’arte non mi appassionava neppure tanto (ha frequentato per 2 anni l’Istituto Giordano Bruno a Perugia e si è poi diplomato a Verona al Liceo linguistico – ndr), però sto ricevendo delle gratificazioni. I miei quadri sono a metà tra il figurativo e qualche altra cosa, con un’esplosione di tinte accese a fare da sottofondo. Mi piace abbinare e miscelare i colori tant’è – prosegue – che quando comincio un dipinto prima che esso assuma l’aspetto che più mi soddisfa posso passare attraverso un’intera gamma cromatica, ma alla fine riesco nell’intento, lo guardo e mi sento contento. Sono i miei mondi particolari dove ad imporsi su uno sfondo fantasioso è sempre il dato reale, sia esso un volto, un fiore, un sole, un soggetto inanimato o un animale, come Zizù, il mio cane, protagonista del dipinto che ha dato il via a questa avventura”. 

Quadri che non testimoniano il dolore per la fine di un percorso di vita, quanto la fiducia e la voglia di proseguire in una ricerca che avrà il suo momento pubblico nella mostra ospitata dal 3 al 5 settembre nell’ambito della Festa della Colombella, negli spazi della sede della Pro Loco al piano rialzato al CVA. Si parla di giovani spesso cupi e demotivati davanti alle sfide del futuro. Questo 24enne è altro, ed alla richiesta se un quadro tutto nero abbia mai raffigurato il suo stato d’animo dopo la rottura del ginocchio, il recupero difficile, il rientro in Umbria e la perdita di motivazioni, risponde “ho avuto la fortuna di giocare e mi sono divertito, poi quando non è stato più possibile ed ho razionalizzato la circostanza, ho sistemato un mio spazio, nella casa dove sono nato, in cui vivere con Alice e lo abbiamo dipinto con i colori che più di altri descrivevano questa serenità”. 

La fidanzata è la sua fan più convinta, poi c’è la famiglia, benché “inizialmente li ho spiazzati” dice ancora, comunque è con loro che Jacopo si è confrontato prima di ufficializzare il sogno di essere identificato come pittore e mostrare ad altri il risultato della sua ricerca espressiva. I complimenti, ne è consapevole, potevano anche essere mediati dall’affetto, ma avendo deciso di buttarsi e trasformare una passione in una professione, i social network hanno fatto il resto. La platea di appassionati ed estimatori va crescendo e, sarà solo una coincidenza fortuita, ma la prima vendita, su commissione, è stata quella di un soggetto legato proprio al mondo del calcio. “Voglio realizzarmi nel campo della pittura – conclude - perché quando dipingo sono estasiato. Proprio come quando giocavo a calcio”.

(di Monica Rosati)

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