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Cronaca

La disperazione di una mamma: "Mio figlio schiavo della droga: sono sola a combattere in questo inferno"

La madre di un giovanissimo ragazzo di Perugia, con problemi di tossicodipendenza, si è rivolta a Perugiatoday.it per lanciare un appello alle istituzioni per salvare suo figlio e trovare una casa di cura...

La voce ogni tanto si interrompe per poi riprendere come un fiume in piena. Tiziana Irotta, una coraggiosissima madre, residente a Perugia, ha deciso di rompere il silenzio e uscire allo scoperto, denunciando “un sistema sbagliato che lascia le famiglie sole”. Da circa un anno il figlio di soli 23 anni ha iniziato ad assumere sostanze stupefacenti.

“La situazione – racconta – è subito degenerata. Ho subito furti, ma anche attacchi violenti. Purtroppo la droga ti spinge a compiere gesti che non vorresti”. Ma la rabbia cresce, quando racconta i vari tentativi di disintossicazione intrapresi. “Abbiamo speso ben 1.500 euro per farlo stare in una comunità umbra, ma è scappato pochi giorni dopo. Un cammino difficile, lungo e alternato da grandi periodi bui. “Purtroppo procedere tramite Sert non è facile. Le case di cura che si occupano di persone affette dallo stesso problema di mio figlio sono piene”.

Entrare nel tunnel della droga è semplice. Basta un'amicizia sbagliata. Un momento di perdizione. È uscirne la vira sfida. Una sfida che troppo spesso trascina un'intera famiglia in un terribile incubo. “Ormai sono così disperata – racconta Tiziana con la voce tremante - da ipotizzare di portarlo in un casale e legarlo a un letto fino a quando non riesco a tirarlo fuori dal giro”. Una frase forte, detta in preda alla rabbia e alla disperazione. Parole che si uniscono a un racconto di una madre che ha solo un unico scopo: salvare suo figlio. “Lasciarlo in mano alla droga equivale a ucciderlo. La vita è un dono e non va sprecata”.

Per tutti coloro che pensano "a mio figlio accadrà mai", è impossibile dirlo, perché il fascino della droga può colpire chiunque anche i più inaspettati. I recenti tristissimi fatti di cronaca ne sono una prova. “Voglio lanciare un appello per tutto quelle famiglie che si sentono lasciate sole di fronte a un problema ingestibile e che rappresenta una piaga sociale. Ho voluto rendere noto il mio nome, perché porterò avanti questa battaglia”.

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