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Cronaca Foligno

Foligno, inquinamento pozzi: Provincia chiede monitoraggio continuo

Un documento della Provincia chiede un'azione di informazione, monitoraggio continuo, installazione di impianti di potabilizzazione e interventi concreti

La vicenda dell’inquinamento dei pozzi nel folignate, esaminata dalla Prima Commissione Consiliare Permanente della Provincia di Perugia nell'ordine del giorno presentato dal capogruppo dei Socialisti Riformisti, Enrico Bastioli, approderà in Consiglio con un documento unitario, il cui contenuto è stato diffuso dal Presidente dell’organismo Massimiliano Capitani.

Dopo aver ricordato come l’acqua sia stata dichiarata un “patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale” e non un “prodotto commerciale alla pari degli altri”, il documento entra nel merito della questione: "Nel corso del 2011 il Comune di Foligno ha emesso ordinanze di divieto di irrigazione a causa dell’inquinamento di pozzi nell’area nord di Foligno e presso la località La Paciana.

Ad inizio 2012, un nuovo caso di inquinamento, con valori superiori alla soglia di contaminazione, è stato rilevato presso l’abitato di San Giovanni Profiamma, con conseguente nuova ordinanza di divieto di irrigazione. Dai dati sui monitoraggi sugli acquiferi alluvionali principali effettuati da ARPA Umbria sono state constatate delle criticità non solo su una, ma su tre aree ben distinte e definite dell’area folignate. Sulla base dei dati relativi al plume inquinato l’ARPA è arrivata a monitorare anche l’acquifero artesiano di Cannara fino al campo pozzi ad uso idropotabile di Bettona.

La relativa ordinanza sindacale prevede il divieto di utilizzare per il consumo umano le acque captate da tutti i pozzi ad uso domestico ed extrdomestico ricadenti nell’area B e che lo stesso divieto è stato esteso anche all’uso irriguo rivolto alla produzione di alimenti. Nell’area A il divieto interessa anche le perforazioni nel sottosuolo, a qualunque uso e scopo destinate, che si approfondiscano al di sotto del livello statico della falda idrica. All’interno delle aree sulle quali sono state riscontrate criticita sono presenti sia pozzi privati ad uso domestico e/o extradomestico che pozzi pubblici ad uso idropotabile che alimentano gli acquedotti per il consumo umano.

La situazione di emergenza emersa nell’area folignate può essere estesa anche all’interno di aree di altri Comuni della Provincia di Perugia quali ad esempio Bastia, Assisi, Gubbio, Città di Castello, Spoleto, in quanto i dati emersi dai monitoraggi periodici fanno emergere valori a rischio su alcuni parametri specifici. A seguito di tale emergenza sono stati previsti piani di controllo congiunti tra Comune, Asl ed Arpa regionale per cui si ritiene necessario un coinvolgimento diretto della Provincia di Perugia in quest’azione di monitoraggio e prevenzione”.

Per questo la Commissione chiede un impegno al Presidente della Provincia e alla Giunta per “attivare un tavolo politico-tecnico con tutti i soggetti interessati (Comuni, Provincia, Regione, Asl, Arpa) che sia in grado di: monitorare costantemente la qualità delle acque del bacino idrico interessato da forme di inquinamento nel territorio provinciale e coordinare le eventuali misure da adottare; 

fornire informazioni chiare ai cittadini utenti per un corretto utilizzo delle acque emunte dai pozzi privati ad uso domestico ed extradomestico; chiedere un intervento urgente degli ATI che, attraverso i propri piani d’ambito, possano fornire tramite acquedotto pubblico acqua a tutti i cittadini, in particolar modo a quelli sprovvisti e ricadenti all’interno delle aree che hanno criticità legate ai fenomeni di inquinamento nelle zone accertate e/o in fase di monitoraggio;

prevedere fin da subito impianti di potabilizzazione dei pozzi pubblici ad uso idropotabile che attingono acqua dagli acquiferi alluvionali, fortemente vulnerabili all’inquinamento antropico; sollecitare la Regione dell’Umbria al fine di accelerare l’adozione del Regolamento Regionale sulle Aree di Salvaguardia per le acque destinate al consumo umano; 

promuovere una fattiva collaborazione tra Regione dell’Umbria e ATI al fine di poter reperire fondi specifici attraverso i quali, una volta individuate le priorità di intervento, finanziare progetti per risolvere le problematiche sopra riportate”.
 

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