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Cronaca Ponte Felcino

Pizzo e clan, Libera (ri)lancia l'allarme: la zona dei Ponti presa d'assalto

"Estorsione e intimidazioni nella zona dei Ponti, non possiamo dirci stupiti": con questo titolo l'associazione che si batte e studia i movimenti malavitosi fa il punto dopo gli arresti in odor di ndrangheta per le intimidazioni ad alcuni negozi

"Estorsione e intimidazioni nella zona dei Ponti:non possiamo dirci stupiti": se lo dice Libera Umbria che si batte contro le infiltrazioni mafiose a Perugia e nel resto del territorio regionale, allora vuol dire che lentamente anche da noi i clan stanno cambiando strategia dopo aver utilizzato per anni l'Umbria come lavanderia per ripulire i soldi sporchi e per utilizzare le aziende nostrane come scudo per traffici illeciti nelle regioni più a rischio mafia. Gli spari ai negozi che hanno portato all'arresto di ben sette persone tra cui un esponente vicino alla 'ndrangheta sono solo la punta di un iceberg che Libera, con una nota, ha svelato. Di seguito la nota dell'associazione.

La notizia degli arresti effettuati il 1 aprile, dai carabinieri del comando provinciale di Perugia e del Ros nei confronti di 5 persone con le accuse di estorsione aggravata, danneggiamento aggravato e porto illegale di arma da fuoco, non ci lasciano purtroppo stupiti. Da tempo Libera denuncia il ripetersi sul territorio di segnali meritevoli della massima attenzione da parte delle istituzioni e della cittadinanza tutta. Lo scorso anno, in occasione del consiglio provinciale aperto, dedicato al tema delle infiltrazioni mafiose, presso la Provincia di Perugia, segnalammo ad esempio una lunga lista di incendi con possibile dolo avvenuti nei mesi precedenti sul territorio provinciale. 

Uno di questi, risalente all'estate scorsa, interessò proprio un locale di Ponte Felcino. Oltre a questo, sottolineammo in quell'occasione la necessità di mettere sotto la lente di ingrandimento il sistema degli appalti e dei subappalti in edilizia, dove pure si riscontrano evidenti criticità. Non stupisce nemmeno che ad essere al centro dell'operazione di oggi sia la zona dei Ponti (Ponte Felcino, Ponte Valleceppi). Da tempo per noi quella è infatti una zona critica. L'allarme va fatto risalire all'omicidio Provenzano, avvenuto a Ponte Felcino nel 2005, vera e propria esecuzione di stampo mafioso, purtroppo rimasta senza colpevoli. 

L'unico imputato, Gregorio Procopio, calabrese di Botricello (Cz), coinvolto anche in altre inchieste per traffico di droga, è stato infatti assolto per quel reato. Oggi però, grazie all'intervento tempestivo dei carabinieri, dopo i fatti allarmanti delle ultime settimane, ritroviamo tra gli arrestati il fratello di Procopio, Antonio, anche lui già coinvolto in passato in inchieste per reati di droga. 

Non è un caso dunque che associazioni attive sul territorio di Ponte Felcino e legate a Libera, come il Laboratorio Musicale Fuoritempo e il suo progetto “Calibro 075”, denuncino da tempo e con insistenza le forti criticità esistenti e la presenza sul territorio di soggetti con possibili collegamenti anche con il crimine organizzato, in particolare quello calabrese. 

Ora che la gravità della situazione si sta palesando sotto gli occhi di tutti, il presidio di Libera Perugia “Antonio Montinaro” e il coordinamento regionale di Libera Umbria “Renata Fonte” saranno impegnati al fianco delle associazioni presenti sul territorio per fare rete e fronte comune, con le istituzioni e la cittadinanza tutta, in solidarietà e a sostegno dei soggetti colpiti dai presunti atti intimidatori e a difesa della legalità e della giustizia sul territorio. 

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