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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il boscaiolo espulso per terrorismo: tutti i sospetti. La difesa: "Non ci sono elementi contro di lui"

Yassine El Mane è stato espulso in nome della sicurezza nazionale. Ma l'avvocato è pronto a fare ricorso al Tar

Il boscaiolo marocchino, residente a Preggio a Umbertide, espulso dal Ministero degli Interni per motivi di sicurezza nazionale, era stato sospettato di finanziare e promuovere l'esercito dell'Isis sul suolo siriano ben due anni fa in Marocco. Indagato e fermato per un periodo ma poi scagionato dalle autorità del suo Paese. Immediatamente tornato in libertà aveva deciso di tornare in Italia, in Umbria dove aveva già vissuto diversi anni ad Umbertide. Secondo il Ministero degli Interni, Yassine El Mane avrebbe continuato non solo a simpatizzare per l'esercito del Califatto ma avrebbe "tramite canali telematici" inviato denaro per finaziarli.

Il boscaiolo avrebbe avuto come punti di riferimento non un sito - i tanti gestiti dall'Isis - ma due marocchini che si erano già arruolati per combattere in Siria. Il Ministero sospetta anche che abbia svolto un ruolo di intermediario per far arruolare altri stranieri tra le schiere delle Isis. Su questo aspetto però non sono stati forniti particolari. L'avvocato Daniela Paccoi ha annunciato alla stampa, per il suo assistito, un ricorso al Tar per il provvedimento a carico di Yassine, spiegando che il marocchino "da 12 anni in Italia, con regolare permesso di soggiorno, lavoratore e tra due mesi avrebbe rinnovato il permesso". Inoltre il legale ha smentito qualsiasi legame con presunti terroristi e sospettati. Insomma non ci sarebbero elementi contro di lui. Anche la famiglia e amici, intercettati, dopo il fermo avrebbe espresso stupore sui presunti legami con l'Isis. Una storia dunque dove il condizionale è d'obbligo. 

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