Satanismo: l'Umbria al quarto posto in Italia

Se ne parla sempre con distacco e paura, ma il fenomeno esiste, e in Umbria la spiritualità legata all'adorazione del demonio sembra avere un numero consistente di adepti. In un libro "Il Satanismo in Umbria. La trama nera e il mostro di Foligno", presentato ieri durante Umbri Libri, si parla proprio di questo, di un mondo parallelo spirituale, un mondo nero fatto di sette, intrighi e violenza.

L’autrice, Elena Testi, ripercorre tra le altre cose il caso di Luigi Chiatti fino a mettere in discussione le conclusioni processuali che inchiodarono il “mostro di Foligno” come unico responsabile dell’omicidio del piccolo Simone Allegretti. Le trame sinistre che vedono, in realtà, Chiatti come il referente di oscuri ambienti vengono ripercorse attraverso il racconto della ragazza di Foligno, divenuta nota grazie al programma televisivo “Le Iene”, testimone involontaria e vittima lei stessa di inimmaginabili efferatezze e crudeltà avvenute in quegli anni nel Folignate. Dalle pagine edite da 'Intermedia Edizioni' viene fuori una verità sconvolgente diversa per alcuni aspetti dalla verità processuale, fino ad ridefinire il ruolo di Chiatti come il sadico braccio operativo di una vera e propria banda su cui non è mai stata fatta luce.

Abbiamo scambiato alcune battute con l'autrice sui metodi di ricerca e d'indagine, sulle reali capacità d'infiltrazioni di queste sette nella società umbra, sui riti e sulla violenza che spesso ne scaturisce. La giovane autrice si è infiltrata nei primi strati di queste organizzazioni, dimostrando coraggio con un pizzico d'incoscienza: "Non è molto difficile come potrebbe sembrare, grazie ai social network e forum, dove facilmente vengono reclutati nuovi adepti, ho parlato con loro, ci sono arrivata attraverso facebook e nonostante la mia falsa identità sono riusciti a risalire a me, ora sanno chi sono ma sono anche consapevoli del fatto che se succedesse qualcosa alla mia persona non sarebbe altro che una prova della veridicità della loro 'chiesa' e dei loro metodi".

Come riportato dal libro, il Ministero degli Interni colloca l'Umbria al 4° posto tra le regioni italiane per numero di sette presenti, "io credo siano di più - precisa l'autrice - e non tutte sono uguali, alcune sanguinarie, altre di natura solo spirituale. Tutte sono collegate in qualche modo tra loro e in Umbria coesistono i due tipi".

Per avere un'esatta dimensione del fenomeno non si può fare a meno di considerare i riti che questi gruppi usano per creare un forte legami con i propri adepti: "sono molti e diversi, tra cui quello che gli adepti chiamano 'La Comunione di Satana" forse il più cruento ma molto difficile da raccontare per la ferocia del rito. Però possiamo dire che la donna è quasi sempre la vittima centrale dei riti satanici, come strumento di piacere carnale che è il reale mezzo per comunicare con il demonio, a volte gli abusi avvengono anche sui bambini, circa il 20% delle vittime sono minori e la metà tra i 5 e 10 anni".

Quando si partecipa a cerimonie, dove si diventa complici di crimini è difficile rompere il legame con il gruppo. "La manipolazione è forte - continua la Testi -  durante il mio incontro con un adepto ho avuto l'impressione che una volta entrati in certi meccanismi è quasi impossibile sottrarsi alle pratiche sataniche comprese quelle sessuali che possono arrivare anche l'abuso davanti ad un rifiuto all'ultimo momento".

Il fenomeno è internazionale ma anche particolare, che attinge sul territorio e l'Umbria è una regione con una forte religiosità e spiritualità, legata ad importanti figure cristiane, San Francesco e San Benedetto su tutte e la presenza di gruppi devoti a satana diventa un sorta contraltare oscuro che manipola e usa queste peculiarità al servizio, il più delle volte, della violenza.