Bruciata dall'ex dentro casa, i magistrati non credono al racconto dell'indagato
I giudici del tribunale del Riesame hanno rigettato l'istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa. L'indagato resta in carcere
Il 25enne albanese indagato per tentato omicidio ai danni della sua ex compagna- ancora ricoverata al centro grandi ustionati di Genova- resta in carcere. E' quanto stabilito dai giudici del tribunale del Riesame, che hanno rigettato l'istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa (avvocato Ubaldo Minelli). Le motivazioni della decisione saranno note fra 45 giorni.
Evidentemente ha troppe lacune la versione fornita dall'indagato. Il giovane si è sempre professato innocente, raccontando la sua versione dei fatti, ovvero un mero incidente avvenuto a seguito di un litigio. Ma la versione non convinse il pm che chiese per il 25enne la custodia cautelare del carcere. Almeno secondo la ricostruzione lacunosa del giovane, sarebbe arrivato nella casa dell'ex per chiedere contezza di un video privato, poi il litigio e l'incendio, scoppiato a causa di un liquido infiammabile vicino alla stufa.
Ma c'è un'altra versione dei fatti, più agghiacciante. L'uomo avrebbe dato fuoco alla sua ex compagna, forse per motivi di gelosia, con una tanica di benzina. Un'aggressione folle e cieca contro una donna, una madre, una compagna. Per il 25enne, intanto, nessuna scarcerazione, e rimane indagato per tentato omicidio. Intanto migliorano le condizioni della donna, ancora ricoverata a Genova in seguito alle ustioni riportate.