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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Spoleto

Incendi in Umbria, De Sio: "Regione chieda stato calamità"

In seguito all'emergenza incendi in Umbria, il consigliere regionale del Pdl, De Sio, propone la richiesta dello stato di calamità nazionale per le aree interessate

Per il consigliere regionale del Pdl, Alfredo De Sio, a seguito dei violenti incendi che si sono avuti di recente in tuttal'Umbria, in particolare nel ternano, in Valnerina e lungo la Flaminia, si sono create le condizioni previste dalla legge perchiedere al governo il riconoscimento dello stato di calamità nazionale.

De Sio evidenzia come si siano create in Umbria tutte le condizioni per ricorrere agli strumenti previsti dalle leggi nazionali in situazioni di emergenza: “Quanto sta avvenendo in queste ore necessita di essere fronteggiato con strumenti straordinari sia in fase di emergenza sia nella fase successiva, quella della gestione dei danni e degli interventi finalizzati al recupero del patrimonio boschivo andato distrutto. Gli incendi che in particolare hanno colpito zone della Valnerina e lungo la Flaminia stanno creando anche delle implicazioni di carattere economico per i tanti esercenti, attivi come: commercianti, artigiani, albergatori, ed agriturismi. Strade chiuse, blocchi di attività per settimane e settimane, situazioni ambientali difficile stanno allontanando il transito di turisti e operatori aprendo una situazione drammatica per un intero settore.

“Lo stato di calamità naturale - evidenzia ancora De Sio - è regolato da moltissime norme in continua evoluzione; ma più in generale si riferisce all'insorgere di situazioni che comportino grave danno o pericolo di danno alla incolumità delle persone e ai beni e che per la loro natura o estensione debbano essere fronteggiate con interventi tecnici straordinari” (art. 1 della legge 8 dicembre 1970 n. 996).

“In tale situazione – aggiunge il consigliere - è previsto il diretto intervento dello Stato e la conseguente avocazione di funzioni in quanto la particolare gravità ed estensione dell’evento non è fronteggiabile dalle singole amministrazioni competenti in via ordinaria” (circolare n. 1/DPC/85, in data 19 aprile 1985 del Dipartimento della Protezione e ’art. 2 della legge 24 febbraio 1992 n. 225).

“Ciò che occorre sottolineare - conclude il Consigliere del Pdl - è che la nostra richiesta non può essere considerata un mero atto burocratico per l'assoluta gravità delle conseguenze immediate e future che ci sono e ci saranno per le zone colpite. Lo stato di calamità, è perciò, una condizione necessaria che deve essere riconosciuta in questa circostanza, ricordando che la legge prevede che il verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale che causano ingenti danni alle attività produttive dei settori dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, prevedono l’intervento finanziario a ristoro parziale del danno”.

 

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