Allevatore perde la "guerra dei pascoli", deve liberare 30 ettari dell'Afor
L'uomo aveva preso in affitto i terreni, ma era in ritardo con i pagamenti e l'agenzia regionale ha revocato l'assegnazione, confermata dal Tar
Prende in affitto un terreno dell’Afor per far pascolare i suoi animali, ma paga in ritardo o non versa la pigione e il contratto diventa carta straccia. Tanto che l’agenzia regionale gli intima lo sgombero e affitta i terreni ad un allevamento di cavalli.
Il caso della “guerra dei pascoli” è finito davanti al Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria con il ricorso dell’allevatore, difeso dall’avvocato Baccio Paolo Fiaccarini, che ha chiamato in causa l’Agenzia Forestale Regionale Umbria, difesa dall’avvocato Federica Datteri, e un allevamento di cavalli difeso dall’avvocato Iveta Marinangeli, chiedendo l’annullamento degli atti con i quali è stato revocato l’affidamento del pascolo.
Nel 2016 l’allevatore firma un contratto denominato “concessione/contratto di affitto di fondo rustico”, avente ad oggetto un terreno agroforestale appartenente al patrimonio indisponibile della Regione Umbria, di 30 ettarinel territorio Gualdese, con una concessione fissata in 9 anni e scadenza al 10 novembre 2025. L’affitto era di 2.700 euro l’anno, da versare in un’unica rata anticipata entro il mese di stipula del contratto e così per ogni anno successivo. Se avesse tardato di 3 mesi il contratto era nulla.
Ed è quello che avveniva, secondo l’Afor, che inviava una diffida a pagare i canoni del 2016-17. Anche l’anno successivo non veniva corrisposta la quota e l’Afor “dopo formale diffida di pagamento con preavviso della volontà di volersi della clausola risolutiva espressa, provvedeva a notificare, con raccomandata del 7 novembre 2018, al ricorrente risoluzione del contratto per grave inadempimento”. E i terreni, dopo la gara pubblica, venivano affidati ad un altro allevatore, in questo caso di cavalli.
A settembre del 2021 il primo allevatore comunicava all’Afor “di ritenere contratto ancora in essere, dichiarando altresì di aver continuato a godere del possesso del bene in maniera piena ed indisturbata”. Scattava la diffida al rilascio immediato dei pascoli, ma quello rispondeva che il suo contratto scadeva nel 2025 e non se ne sarebbe andato. L’Afor insisteva annunciando l’avvio delle procedure per l’esecuzione forzata.
Il ricorso al Tar rallentava solo tali procedure. I giudici amministrativi hanno ritenuto il ricorso infondato in quanto volto ad opporsi al rilascio e non all’ordinanza che revocava l’affitto per inadempienza. È quello l’atto che ha generato la vicenda e quello avrebbe dovuto essere opposto. In merito al rilascio forzato i giudici del Tar hanno ritenuto corretto l’operato dell’Afor, intimando l’esecuzione della sentenza.