Giove Valtopina, ancora i sigilli: no al dissequestro
Il tribunale del riesame di Perugia ha deciso di non dissequestrare il borgo terremotato di Giove di Valtopina dopo i lavori di ristrutturazione post-terremoto
Il tribunale del riesame di Perugia decide di non dissequestrare il borgo terremotato di Giove di Valtopina dopo i cinque milioni di euro stanziati per i lavori di ristrutturazione seguiti al terremoto che ha sconvolto l'Umbria nel 1997.
La difesa della Novatecno, ditta che dal 2004 è stata responsabile dei lavori di ricostruzione, aveva richiesto lo sblocco del borgo ma i giudici di Perugia, il 22 settembre hanno motivato la decisione affermando che: "Emerge chiaramente un pericolo per l’interesse comune perché in relazione alla normativa antisismica, sarebbero protratte le conseguenze del reato, e verrebbero effettuati pagamenti per dei Sal (stato avanzamento dei lavori) che risultano solo sulla carta".
Nel decreto di sequestro firmato da Claudia Mattenini, si parla di rischi per l’incolumità: "I tecnici avevano direttamente constatato in sede di sopralluogo che la muratura perimetrale aveva copiose informazioni d’acqua a causa della presenza del terreno retrostante e dell’assenza del drenaggio dello stesso. Tale fenomeno, a loro giudizio, comportava il degrado della muratura e della pietra che si sbriciolavano già solamente manipolandole con le mani".