In vacanza a Tenerife, giovane perugino rischia la vita sul vulcano Teide
Riceviamo e pubblichiamo il racconto della disavventura capitata ad un giovane perugino che ha rischiato grosso su una delle montagna più pericolose della Spagna.
di Eugenio Farinelli
In questo particolare momento dell'anno, in cui vediamo alternarsi giornate tipicamente primaverili e giornate di precipitazioni scroscianti, qualsiasi perugino sicuramente non disdegnerebbe di passare una settimana di completo relax nella tropicale e calda Tenerife. Un' isola paradisiaca nelle Canarie, caratterizzata da un clima soleggiato tutto l'anno e da un ambiente assai variegato. Il principale motivo di interesse risiede però nella sua tassazione, praticamente zero rispetto all'Italia (7 % Iva massima); in poche parole una meta da sogno per tutti, o quasi.
In questa cornice apparentemente innocua un giovane perugino, Pasquale Greco , insieme ad una sua amica modenese, aveva deciso di concedersi, dopo mesi di lavoro intenso in un ristorante di Perugia, una settimana di meritato riposo. A Pasquale però le spiagge e il dolce far nulla non erano sufficienti; voleva spingersi fin nel posto più esotico ed impervio dell'isola: El Teide.
Oltre ad essere famosa per rappresentare un paradiso climatico e" fiscale", Tenerife ospita il terzo tra i vulcani più grandi al mondo e anche la montagna più alta di tutta la Spagna, appunto il monte Teide. Il perugino e la modenese si sono avviati tranquillamente con la propria auto a noleggio verso il vulcano, attraversando la suggestiva "valle lunare" intorno ad esso. Poi con l'ausilio della teleferica sono arrivati sino a quota 3700 metri , proprio quasi sulla cima del vulcano, per ammirare il paesaggio sottostante e scattare foto all'imponente gigante dormiente.
Sarebbe potuta finire tranquillamente lì, ma il giovane, volendo ammirare fino in fondo la meraviglia dei paesaggi che gli si presentavano davanti , aveva chiesto informazioni circa la possibilità di scendere dalla cima del vulcano a piedi: la prospettiva datagli, una camminata di circa 5 ore, di certo non lo spaventava e aveva quindi deciso di prendere la via più ardua piuttosto che tornare comodamente al punto di partenza in teleferica; non aveva però considerato la difficoltà e la pericolosità del percorso (in 90 si sono persi soltanto da gennaio ad aprile) e la scarsità di segnali che indicassero il cammino da seguire.
Man mano che il tempo passava la discesa diventava via via sempre più ardua e, Pasquale iniziava a rendersi conto di aver smarrito il sentiero; il sole calava e i due, vedendo davanti a loro in grande lontananza una strada, avevano cercato il più rapidamente possibile di raggiungerla per mettersi al sicuro. In poco tempo però si erano ritrovati completamente avvolti dalle tenebre ; anche in quel momento però non si erano persi d'animo e avevano continuato la discesa con l'ausilio della torcia del telefono. Dopo circa 2 ore di discesa il telefono della ragazza si era però scaricato lasciandoli totalmente al buio. Con solo il 2% di batteria Pasquale aveva chiamato i soccorsi, comunicando loro come meglio poteva la sua posizione ed esaurendo completamente la batteria del suo cellulare.
Nonostante la fame e la sete - non toccavano acqua e cibo dalle prime ore del pomeriggio - i due avevano avuto la prontezza d'animo di continuare ad avanzare nel buio, tra rocce laviche e serpenti. La ragazza era comprensibilmente in preda allo sconforto, Pasquale invece cercava tenacemente una riparo dove passare la notte e proteggersi dal vento: il giovane avventuriero non era nuovo a simili situazioni; qualche anno prima infatti aveva affrontato insieme ad un amico 1000 km da Perugia a Barcellona in sella ad un motorino e aveva preso parte alla spedizione in automobile dei Mad Ponies verso la Lapponia per festeggiare 2 capodanni in una sola notte.
Con grande fortuna i due si erano imbattuti in un grosso arbusto che aveva offerto loro un riparo, non del tutto sufficiente però a proteggerli dalle intemperie; bisognava accendere un fuoco: sfiancato dalla sete e dalla fatica Pasquale era comunque riuscito a radunare dei rami trovati nei dintorni e, con l'ausilio dell'accendino della ragazza, era riuscito ad accendere una specie di falò, ferendosi però ad una mano con una tagliente roccia lavica.
Il fuoco andava mantenuto e Pasquale ha passato tutta la notte a raccogliere legna per mantenere viva la fiamma. Finalmente avevano visto sorgere il sole tra le frastagliate montagne là attorno. Rinfrancati dalla luce e consapevoli che la fine della discesa non poteva essere troppo lontana, i due, spossati ma sereni, avevano ripreso il cammino riuscendo a ritornare alla base della teleferica dove le squadre di ricerca, che per tutta la notte li avevano purtroppo cercati senza trovarli, hanno notificato il loro avvenuto rientro.
La vicenda non è affatto passata inosservata ai telegiornali locali (LINK), che oltre ad informarci che per le ricerche di Pasquale e della sua amica sono state impegnate diverse squadre di ricerca e addirittura un elicottero della Guardia Civil, riportano anche le dichiarazioni di Pasquale subito dopo l'arrivo alla base della teleferica: "Erano le 9 di sera ed io ero in mezzo al nulla e a quel punto ho pensato 'ok è finita sono morto'; però poi alla fine sono riuscito a sopravvivere ed è andata bene. Adesso sono molto contento; questa esperienza mi ha cambiato e mi ha fatto riflettere e a 23 anni sono diventato veramente un uomo".
Siamo tutti felici che Pasquale e la sua amica se la siano cavata solo con qualche graffio e po' di sgomento. Se per quest'ultima però l'esperienza è stata più che sufficiente a soddisfare la sua voglia di avventura , Pasquale invece è ancora determinato ad affrontare nuove sfide e situazioni del genere. A luglio ripartirà con la nostra combriccola di folli avventurieri, i Mad Ponies, per un viaggio on the road verso l'estremo oriente. A me non resta che augurargli, e augurami, buona fortuna per questo nuovo incredibile viaggio.
Eugenio Farinelli