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Cronaca Borgo XX Giugno

“Io gay e padre di tre figli, fare una famiglia si può”

In occasione dell'ultima giornata del Pride Village Perugia Today ha raccolto la testimonianza di Claudio Rossi Marcelli, scrittore, giornalista di "Internazionale" e padre (insieme a suo marito) di tre bambini

Storie comuni di famiglie che, dopo un lungo cammino d’amore, decidono di coronare il sogno di essere genitori. Famiglie tradizionali, famiglie monogenitoriali; alla base di ogni progettualità di coppia, c’è spesso il desiderio di condividere insieme la gioia di una vita da crescere insieme.

In occasione dell’ultima giornata del Pride Village ai Giardini del Frontone, che ha visto al centro del suo dibattito la monogenitorialità delle famiglie Arcobaleno, Perugia Today ha raccolto la voce di Claudio Rossi Marcelli, scrittore e penna di “Internazionale”, in Italia per promuovere il suo ultimo libro “Il cuore salta un battito” edito da Mondadori e ospite al Pride Village di Perugia come felice testimone di essere padre di tre bambini condivisa insieme a suo marito Manlio.

“I miei figli sono nati negli Stati Uniti, con la pratica della gestazione per altri. Tara ha tenuto in grembo tutte e tre i nostri bambini. Scegliemmo gli Stati Uniti perché in Italia, quasi dieci anni fa, questa pratica era ancora molto sconosciuta. A differenza di quello che si pensa spesso, la condizione della madre surrogata, lungi solo da un’idea di  sfruttamento dettato da condizioni di povertà in alcuni Paesi, in America è invece una scelta di vita condivisa da molte donne che decidono liberamente di concepire per altri, mettendo a disposizione il proprio corpo, senza un ritorno economico eclatante che possa cambiarne il corso della vita. È quasi un rimborso spese, in quei mesi la madre surrogata smette di lavorare per dedicarsi completamente alla gestazione. Per noi è stata un’esperienza umana bellissima - prosegue- siamo una famiglia normale e banale. Le due gemelle, fino all’età di tre anni, hanno vissuto in Italia; poi, per esigenze di lavoro di mio marito ci siamo trasferiti prima in Svizzera ed ora in Danimarca".

"La risposta italiana alla nostra famiglia è stata talmente positiva da indurmi a scrivere subito un libro “Hello Daddy” in cui ho voluto raccontare ‘a caldo’ la nostra bellissima avventura. Ci ha sorpreso la reazione della gente: la visione di queste due bambine con due papà in realtà rassicurava tutti.. il rapporto diretto cambia subito l’opinione delle persone. Ad influire sul giudizio, è infatti spesso un immaginario denso di stereotipi e pregiudizi, ma quando si entra in contatto con un mondo che non si conosceva e si riesce a capire quanto sia  normale e quotidiano rispetto a quello che ci si immaginava, la rassicurazione che due papà non siano alieni o mostri,  diviene subito evidente. Siamo solamente due genitori; con tutto l’amore, le paure, le speranze per i propri figli, esattamente come le altre coppie e questo le persone riescono a capirlo sono entrando in rapporto diretto con noi, con il nostro nucleo famigliare che ripeto: non ha nulla di speciale. Siamo solo una famiglia piena d’amore. La legge dell’unioni civili in Italia? Sarà un grande passo, ma non risolutivo sicuramente. Girando l’Europa so che non esiste Paese che è arrivato al matrimonio egualitario senza saltare questa tappa”. 

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