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Cronaca

Garage degli orrori, la Procura non molla la presa sul presunto torturatore dei gatti: "Condannatelo"

La procura chiede di condannare in Appello un 24enne perugino prima accusato e poi assolto in primo grado per l'uccisione di un gatto, trovato appeso in un cancello di fronte a una scuola, non prima di essere stato scuoiato

La Procura chiede di condannare in Appello un 24enne perugino prima accusato e poi assolto in primo grado per l'uccisione di un gatto, trovato appeso in un cancello di fronte a una scuola, non prima di essere stato scuoiato. Il giovane, per il quale il pm aveva chiesto una condanna a otto mesi, sarebbe stato anche il presunto responsabile del "laboratorio degli orrori", così ribattezzato a causa dell'inquietante materiale, utilizzato per le sevizie dei poveri gatti, e scoperto dai carabinieri nel 2014. Nel corso del processo in primo grado si era costituita parte civile anche la Lav di Perugia (Lega Antivivisezione), rappresentata dall'avvocato Gemma Bracco.

All'interno manufatti in legno adibiti a ghigliottina, altri per immobilizzare gli animali, siringhe intramuscolo e contenitori con materiale organico immerso in un liquido tra cui testa e zampe di gatto. Oltre a coltelli, forbici e quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate. Una scena raccapricciante, quella che si trovarono davanti agli occhi gli inquirenti.

Ora, dopo l'assoluzione del 25enne - difeso dall'avvocato Franco Libori - il pm Manuela Comodi ha proposto appello avverso alla sentenza emessa lo scorso giugno all'esito del giudizio abbreviato, chiedendo alla Corte d'Appello di affermare la penale responsabilità dell'imputato per aver ucciso il gatto ritrovato dinanzi a una scuola e riconoscere la circostanza aggravante. "Il giudice ha assolto il 25enne rilevando l'insussistenza di un nesso tra i resti organici riconducibili ad animali (perlopiù gatti) ritrovati all'interno del fondo abusivamente occupato (nello stesso condominio dove abitava) e il gatto trovato appeso e scuoiato". 

Sussiste inoltre un'altra correlazione per il pm, ovvero "quella tra le modalità di uccisione del gatto e gli strumenti di tortura ritrovati nel laboratorio, adatti a provocare la morte e e la scuoiatura così come constatate sul corpo del povero animale". Ultimo punto: la vicinanza tra la scuola e il garage di San Sisto "distanti tra loro solo poche centinaia di metri". 

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