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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Fuga di notizie in Procura per il caso "Loggia Ungheria", indagato dipendente

I reati ipotizzati sono accesso abusivo a sistemi informatici pubblici e quello di rivelazione di segreto di ufficio. Il procuratore Cantone ha chiesto l'archiviazione per la presunta associazione segreta

Un dipendente della Procura di Perugia risulta indagato per fuga di notizie in relazione all’indagine sulla presunta “Loggia Ungheria”, per la quale la stessa procura perugina ha chiesto l’archiviazione.

Il procuratore Raffaele Cantone ha reso noto che “nella giornata di ieri e stamattina sono state effettuate indagini informatiche e perquisizioni, delegate congiuntamente ai Carabinieri del reparto provinciale di Perugia e al Compartimento di polizia postale di Perugia a seguito della pubblicazione di notizie riservate relative al processo sulla cosiddetta loggia Ungheria”.

Secondo quanto emerso dalle indagini un dipendente avrebbe effettuato “numerosi accessi abusivi effettuati sul fascicolo informatico e risultano altresì scaricati illegittimamente alcuni atti fra cui anche la richiesta di archiviazione”.

I reati ipotizzati sono accesso abusivo a sistemi informatici pubblici e quello di rivelazione di segreto di ufficio.

La Loggia Ungheria, secondo la Procura di Perugia, doveva essere un’associazione segreta, una sorta di nuova P2, ma sarebbe solo un’invenzione dell’avvocato Piero Amara: “Sull’esistenza dell’associazione non sono, infatti, emersi elementi neanche indiretti che potessero attestarne l’esistenza al di fuori delle dichiarazioni di Amara e delle dichiarazioni di un altro indagato, socio di Amara, che però si è limitato a dichiarare il dato dell’esistenza dell’associazione senza fornire alcun elemento concreto di cui sua conoscenza diretta e si è poi avvalso da ultimo della facoltà di non rispondere, impedendo quindi di operare alcun accertamento mirato”.

A nominare per la prima volta la Loggia Ungheria è l’ex legale esterno di Eni, Piero Amara, che viene sentito dai magistrati milanesi Ilaria Pedio e Paolo Storari nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta Eni, in particolare quello chiamato “Falso complotto Eni” nel dicembre del 2019 e nel gennaio del 2020. In quella occasione racconta dell’esistenza di quella che lui chiama la loggia Ungheria, una associazione segreta composta da magistrati, politici, funzionari delle forze dell’ordine e uomini di potere, che operava per influenzare gli esiti dei processi e altre attività occulte.

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