Morì di freddo nel parcheggio della Coop, il testimone: "A quei tempi accadeva di tutto laggiù"

Il dramma della solitudine, ma anche dell'indifferenza. È morto senza che nessuno si rendesse conto. Una storia straziante, consumatesi nei sotterranei della Coop di Fontivegge. Adesso a dover rispondere per omissione di soccorso è chi in quei sotterranei ci lavorava e, stando alla tesi accusatoria, avrebbe sentito i lamenti dell'uomo prima che esalasse l'ultimo respiro.

In sostanza gli imputati non avrebbero portato in salvo l'uomo di 51 anni e non si sarebbero presi l'incombenza di chiamare il personale del 118. Ma è in base alla ricostruzione dei fatti, presente nel capo d'imputazione, che si scopre una verità ancor più drammatica. Il giaciglio della vittima, che da tempo risiedeva nei meandri della Centro commerciale, era stato bagnato. Con quale intento e da chi non è mai stato scoperto. Unico fatto ormai accertato è che la morte sarebbe sopraggiunta per il freddo gelido acuito dal cartone bagnato.

Oggi in aula è stato ascoltato l'ennesimo testimoni di questa vicenda ancora tutta da chiarire. “Eravamo abituati alle cose più assurde” afferma incalzato dalle domande dell'avvocato Giuseppe Innamorati, difensore degli imputati. “C'è chi in quei luoghi è stato picchiato. Abbiamo visto gente iniettarsi in vena eroina, ma anche trans che consumavano rapporti sessuali”. Una guerra alla sopravvivenza che, però, ha mietuto una sola vittima. Difficile capire se si trattò realmente di omissione di soccorso, dato che, come emerso in aula, erano tante, forse troppe, le persone che si aggiravano all'interno del parcheggio. Il tutto è stato rinviato alla prossima udienza, giorno in cui ci dovrebbero essere le discussioni.