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Cronaca Centro Storico / Piazza Francesco Morlacchi

Festival Giornalismo, ultimo atto con Santoro: La Rai e il Servizio pubblico

Il Festival del Giornalismo 2012 a Perugia si conclude con l'intervento al teatro Morlacchi di Michele Santoro e Carlo Freccero. Temi centrali del suo discorso: la Rai e l'informazione

Michele Santoro chiude con il botto il programma degli incontri andati in scena al Festival del Giornalismo 2012 di Perugia, dal 25 al 29 aprile 2012. Il giornalista televisivo, domenica pomeriggio, ha anticipato in conferenza stampa la sua candidatura a direttore generale della Rai.

 A fargli compagni sul palco del teatro Morlacchi c'è Carlo Freccero, candidato alla carica di presidente del servizio pubblico della Rai e deciso a portare una rivoluzione nel modo di fare informazione dell'azienda pubblica e di concepire la funzione pubblica della tv di stato.

Sullo sfondo dell'esempio del programma televisivo, Servizio Pubblico in onda in "maniera libera" sulle televisioni private, nella nostra Regione è trasmesso da Umbria Tv, i due ospiti finali del Festival del Giornalismo si pongono come i precursori di una televisione pubblica libera e non oppressa dalle decisioni dei partiti.

Freccero e Santoro pretendono dal presidente del Consiglio Mario Monti, la trasparenza anche nei criteri di nomina delle cariche dei dirigenti della Rai in modo da tenerli lontano dai giochi di partito, che pilotano l'informazione e impediscono all'intero Paese la possibilità di una crescita culturale importante: "Dobbiamo applicare un metodo nella pratica di dirigere il servizio pubblico che ci permette di aggiornarsi all'Europa e fare uscire l'informazione da logiche di P2, P3, ecc. Il metodo che intendiamo è la chiarezza e la competenza di chi fa la televisione. Basti guardare il successo del programma di Saviano e Fazio che hanno intercettato un qualcosa che non funzionava più all'interno del servizio pubblico schiacciato dalla politica e che ha creato una televisione schiacciata dalla logica dei reality show, dall'infotainment. Bisogna uscire da questa logica di fiction creata per una sorte di 'italianismo'; afferma Freccero.

Festival Giornalismo 2012: Santoro

Subito dopo l'intervento del navigato uomo di televisione, quale è Freccero, arriva il momento dell'anchorman Santoro che si preoccupa, prima di raccogliere qualche domanda dal pubblico, presente in gran numero nel piccolo teatro perugino. Dopo un breve preambolo sull'identikit dell'italiano che paga il canone, "non tutti" e che poi viene dimenticato dai dirigenti Rai, il giornalista di Servizio Pubblico espone alla platea il suo ideale di informazione, di Servizio pubblico nella Rai.

L'anchorman punta ancora il dito sul meccanismo tipicamente italiano che porta i rappresentanti politici nei corridoi della televisione di stato a proporre il loro tipo di informazione ed intrattenimento come modello predominante: "A Monti dico che buoni politici, faranno buone leggi ( citazione Libero Grassi ), ma come si fa a decidere i rappresentanti migliori? E' fondamentale capire come sono stati scelti e se noi li avremo scelti in modo trasparente, ci sarà un risultato positivo. Ma se la nostra scelta è frutto di un condizionamento negativo allora...Quindi dobbiamo avere delle buone regole, nello scegliere in maniera trasparente chi deve amministrare il servizio pubblico della Rai che diventa strategico per il futuro del Paese.

Santoro è in forma, soprattutto quando si rivolge al Governo tecnico: "Monti può pensare di risollevare l'Italia mettendoci altre tasse, ma se non partirà un discorso culturale che coinvolga tutti gli italiani, noi non avvvieremo mai una crescita. Non possiamo mettere in secondo piano la cultura, tagliando sulla scuola e sull'industria culturale, noi tagliamo il ponte che lega il nostro paese al futuro".

Il rilancio dell'industria culturale, per Santoro, non deve essere basato sulla propaganda ma sul dibattito e le nostre candidature stanno sollevando un problema di metodo. Il sistema non può essere basato sull'editto bulgaro e sulla logica di televisione commerciale del berlusconismo: "Monti deve scegliere da solo, così ci dimostrerà trasparenza e la nostra capacità di scegliere tra tutti i punti di vista, anche quelli pià scomodi. Non possiamo avere come modelli di rifierimento solo le fiction che fanno oggi, c'è anche bisogno della satira. Dobbiamo metterci alle spalle la censura e l'editto bulgaro".




 

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