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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Gomitata in faccia al difensore a palla lontana, condannato calciatore violento

La Corte d'appello ha confermato i due anni di pena per il fallo che non aveva nulla a che fare con la partita

Tirare una gomitata al volto di un giocatore avversario, lontano dall’azione di gioco, non consente il “ravvisarsi la scriminante atipica del rischio consentito”. È la decisione della Corte d’appello di Perugia che ha confermato la condanna a 2 anni per l’imputato, accusato di avere colpiuto “volontariamente l’avversario con una gomitata al volto senza che l’azione posta in essere abbia alcuna attinenza alle dinamiche di gioco”.

Secondo i giudici della Corte d’appello è stata “pienamente provata la responsabilità dell’imputato sulla base delle concordi deposizioni dei testimoni nonché della persona offesa secondo le quali il primo aveva sferrato nei confronti dell’avversario una violenta gomitata al volto quando la palla si trovava a notevole distanza da loro e senza che l’uno o l’altro avesse preso a correre in qualche direzione o che per l’imputato fosse sorta l’esigenza di smarcarsi”.

L’episodio è avvenuto nel settembre del 2016 durante una gara di calcio a 5 di Coppa Italia. Durante la partita un attaccante, da poco in campo, aveva sferrato una gomitata al volto di un difensore, facendogli saltare anche due denti e una prognosi generale di 110 giorni di malattia.

Il giudice di primo grado aveva escluso la “scriminante sportiva” in quanto la violenza non era direttamente connessa all’azione di gioco e con evidente sproporzione. Tesi confermata in appello.

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