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Cronaca

Non cambia la composizione del consiglio comunale, il Tar respinge il ricorso: Diletta Romizi resta fuori

La candidata aveva chiesto il riconteggio dei voti in molte sezioni: hanno votato me, ma il voto è stato attribuito al candidato sindaco

L’omonimia con il candidato sindaco Andrea Romizi le costa l’elezione in consiglio comunale. Per i giudici del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria non è così, i voti contestati in molti seggi sono da attribuire l sindaco e non alla candidata Diletta Romizi.

La candidata si era rivolta al Tar chiedendo il riconteggio della schede e dei voti in molti seggi elettorali dove, a suo dire, “sarebbero state illegittimamente annullati voti di preferenza in suo favore a causa della omonimia con il candidato sindaco n. 2 Andrea Romizi sostenuto dalla lista. In particolare, nelle preferenze espresse indicando il cognome ‘Romizi’, tale cognome sarebbe stato considerato una mera reiterazione del cognome del candidato sindaco ed in quanto tale espressione assolutamente superflua e non rilevante poiché semplicemente confermativa della volontà già espressa dall'elettore stesso con l'apposizione del segno ‘x’ su di una Lista a quest'ultimo collegata”.

Se avessero conteggiato tutti quei voti non assegnati, secondo il ricorso, la candidata avrebbe dovuto risultare eletta al posto di Paolo Befani, superando anche Michelangelo Felicioni (non entrato in consiglio comunale). Tra la documentazione depositata con il ricorso anche le dichiarazioni di elettori e rappresentati di lista che certificano il voto per la candidata, ma non risultante nei verbali elettorali.

I giudici amministrativi hanno ordinato il riconteggio delle schede e la verifica di quelle contestate con il confronto della tabella di scrutinio dei voti di lista. Decidendo sul caso i magistrati hanno subito escluso “le dichiarazioni degli elettori depositate, perché violano il principio costituzionale della segretezza del voto”. Dall’analisi dei voti, inoltre, alla candidata andrebbero attribuiti altri 39 voti, che non le basterebbero per superare l’ultimo degli eletti in consiglio comunale per Fratelli d’Italia. Tanti voti con la scritta “Romizi” o “Romizzi” sono stati rinvenuti accanto al simbolo della Lega o di Progetto Perugia (liste che appoggiavano l’attuale sindaco) e che nel primo caso andrebbero attribuiti proprio al sindaco, nel secondo ad un altro candidato con lo stesso cognome, Gabriele Romizi.

Da qui la decisione del Tar di respingere il ricorso.

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