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Cronaca Elce

La clamorosa protesta a Elce: "Non paghiamo l'otto per mille alla chiesa"

A Elce sta succedendo di tutto: "Quella proprietà non si vende e non si abbatte, non diventerà supermercato o casa di riposo"

“Ah si? L’Istituto è divenuto proprietario, ope legis, dei benefici parrocchiali di San Donato all’Elce. Benissimo. E noi facciamo lo sciopero dell’otto per mille”. Questa la posizione di molti parrocchiani di San Donato all’Elce. Una ritorsione? Certo. “Siamo arrabbiati – dicono – per il modo in cui si dipana questa mortificante vicenda che oppone la parrocchia e l’Istituto per il sostentamento del clero, relativamente all’uso e alla disponibilità  dei “benefici” transitati, ope legis, a quell’Ente”.

E ha un bel predicare dall’altare il parroco, don Luca Barroccini, di pregare per uscire da questa difficile situazione. La gente, altro che preghiera. Siamo ai tutti contro tutti, si dissotterra l’ascia di guerra. “Quel terreno e quell’immobile sono sempre stati considerati nostri: noi li abbiamo acquisiti, noi abbiamo costruito e a noi spetta il diritto di utilizzarli. È vero che l’edificio è, al momento, inagibile. Ma i soldi non ci sono perché siamo impegnati col mutuo per la chiesa, la canonica e la rampa d’accesso per disabili. Sistemeremo dopo: ogni cosa a suo tempo”.

Soprattutto, spiegano, è mortificante scoprire che si voglia far un uso diverso da quello consacrato da decenni: luogo di aggregazione per giovani e anziani, palestra per attività ginnico-sportive, scuola di teologia e catechismo. Dicono, scandalizzati: “E pretendono perfino il fitto dal circolo dei vecchietti. Niente bocce, niente partitina per gli ultimi dei mohicani che si ribellano alle quattro mura di casa”.

Per concludere, perentori: “Quella proprietà non si vende e non si abbatte, non diventerà supermercato o casa di riposo”. Dove, poi, attingano le notizie non si sa. Ognuno dice la sua, parlando – a proposito o a sproposito – di progetti per la realizzazione di due palazzine e tanto altro. Ma, di concreto, si sa poco o niente. Eppure, alla Coop o dal verduraio il discorso verte sempre e solo su questo problema. Diversi elcini vanno peraltro assumendo una posizione inflessibile e ultimativa. Che si sta concretizzando in iniziative di lotta. La prima? Nella prossima denuncia dei redditi, non optare, come sempre è avvenuto, per l’otto per mille alla Chiesa cattolica. Ma lasciarli allo Stato, quei denari. Questo per il momento. Poi si vedrà.

Certo che monsignor Nazareno Bartocci, storico parroco di San Donato, si rivolterà nella tomba. E i parrocchiani, che ben ne hanno conosciuto il carattere, commentano: “Li avrebbe messi in riga con una semplice telefonata a Roma, sant’uomo. Lui, i piedi in testa non se li lasciava mettere da nessuno!”.

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