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Cronaca Città di Castello

Crack a volontà, condannato venditore di 'morte': tra i suoi clienti anche un 45enne ucciso dalla droga

Oggi il gup ha accolto la richiesta di patteggiamento per un 37enne tifernate, finito in carcere dopo un blitz della polizia nel suo appartamento

Era diventato un "punto di riferimento" dello spaccio a Città di Castello. E proprio nella sua abitazione che secondo le indagini della procura, accoglieva i clienti dove cucinava cocaina, trasformandola in crack. Un giro di consumo di stupefacenti che avevano portato i poliziotti del Commissariato tifernate, diretto dal vice questore aggiunto Lucia Ziliotto, ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Perugia nei confronti del 37enne, oggi condannato a due anni e otto mesi di reclusione. 

Il gup in sede di udienza preliminare ha accolto la richiesta di patteggiamento per il 37enne, un "insospettabile" che fino ad allora non aveva mai avuto guai con la giustizia, ma che in realtà, secondo le indagini, avrebbe utilizzato la sua abitazione per la vendita e il consumo del crack. Ma per il 37enne, difeso dall'avvocato Marco Gambuli, c'è anche un'altra ipotesi di reato: quella di aver avuto tra i suoi clienti anche un artigiano tifernate di 45 anni, deceduto l'anno scorso in seguito a una dose di droga fatale.

A carico del 37enne, dopo una lunga indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia e iniziata nel maggio del 2017 (quando è stato trovato morto il tifernate), erano emersi diversi elementi per i reati di spaccio e “morte come conseguenza di altro delitto” e nei suoi confronti era scattata una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ora dovrà scontare due anni e otto mesi di condanna. 

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