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Cronaca

Donne rapinate in casa, torna libero il più piccolo della banda. Il giudice: "La scuola gli farà bene"

Il minore, 15 anni, ha avuto un ruolo marginale nella vicenda e ha collaborato con la giustizia. I cinque fermati avevano picchiato e rapinato due ragazze introducendosi in casa con uno stratagemma

Torna libero il più giovane della banda che ha picchiato e rapinato due giovani straniere a Perugia. È stata revocata, infatti, la misura cautelare del collocamento in comunità, con quella della permanenza a casa, salvo le ore mattutine in cui si reca a scuola.

Il minore era stato fermato dalla Polizia, insieme con altre tre minorenni e un maggiorenne, tutti stranieri, dopo che la banda si era resa protagonista di un’aggressione a danno di due ragazze, straniere anch’esse, e della rapina di borsa e denaro delle due vittime. Il quintetto era stato fermato tra il compimento della rapina a fine luglio e il 9 agosto, giorno dell’individuazione e arresto di tutti i partecipanti.

Il quindicenne, difeso dall’avvocato Andrea Bellachioma, è il primo ad essere liberato dalla misura cautelare. Gli altri tre minori sono ancora in comunità, mentre il maggiorenne ha ottenuto gli arresti domiciliari.

Secondo la ricostruzione degli investigatori e le ammissioni del quintetto, una sera a fine luglio si erano ritrovati insieme per andare in paninoteca. Durante il tragitto uno dei minori, diciassettenne, aveva ricevuto un messaggio da una delle due vittime, e aveva chiesto al maggiorenne, l’unico con l’auto, di poter andare prima dalle ragazze. Una volta lì avevano architettato la rapina.

Con una scusa il maggiorenne era entrato nell’appartamento delle due ragazze e aveva lasciato socchiuso il portone. Mentre distraeva le ragazze erano entrati anche gli altri. Le due ragazze avevano reagito ed erano state picchiate e derubate. In particolare il minore, dopo essere rimasto nascosto dietro il frigorifero, aveva preso una borsa ed era scappato.

Poi tutti insieme erano andati in paninoteca. Dove la Polizia aveva fermato due della banda, mentre gli altri erano scappati, per essere identificati pochi giorni dopo.

Secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, il ragazzino non ha “commesso violazioni, ma anzi ha dimostrato una buona adesione alle regole comunitarie e ha sostenuto con esito positivo gli esami di riparazione” riprendendo, quindi, la scuola. Proprio in virtù dell’inizio dell’anno scolastico, sempre il giudice ha ritenuto che è “opportuno consentire all’indagato di proseguire nel percorso scolastico in un contesto meno afflittivo e più idoneo a garantire le esigenze rieducative”, sempre seguito dai servizi sociali.

Una decisione, quella del giudice, che apre le porte alla richiesta di messa alla prova da parte della difesa, al termine della quale il minore sarebbe libero da qualsiasi debito con la giustizia.

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