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Cronaca Todi

Il depuratore della discordia: "L'Amministrazione vuole costruire in un terreno franoso"

Ad alzare i torni è il Coordinamento per il “NO al depuratore a Cascianella” che mantiene costante il proprio impegno finalizzato ad impedire la realizzazione della grossa struttura a ridosso del popoloso quartiere di Cappuccini

Un iter burocratico lungo, anzi lunghissimo, quello della gestione del depuratore di Todi, adesso finito sul tavolo della Procura della Repubblica, Corte dei Conti e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Se prima doveva, infatti, essere costruito nelle note ubicazioni di Porchiano e Camagna, passando per le successive proposte di altri siti alternativi e per le osservazioni presentate dai Comitati nell’ambito della procedura di Vas, si è poi deciso di costruire il depuratore a Cascianella.

Ad alzare i torni è però questa volta il Coordinamento per il “NO al depuratore a Cascianella” che mantiene costante il proprio impegno finalizzato ad impedire la realizzazione della grossa struttura a ridosso del popoloso quartiere di Cappuccini, in una zona franosa e non edificabile, proprio lì dove a tutti costi lo vogliono realizzato l’Amministrazione Rossini ed i partiti della coalizione che ancora la sostengono, vale a dire il Pd, Psi, Rifondazione Comunista e Sel.

“Le dannosità – spiega il Comitato - per la realizzazione del depuratore a Cascianella sono innumerevoli, la più evidente è quella che si voglia costruire in un’area caratterizzata da soventi movimenti franosi, per questo classificata non edificabile e per questo non ritenuto un sito idoneo dai nostri geologi ai quali ci siamo affidati per elaborare una perizia privata, perizia che evidentemente contrasta con le valutazioni tecniche precedentemente espresse che non hanno per nulla evidenziato criticità”.

Ma l'attacco del comitato non finisce qui: “Contro l’arrogante imposizione da parte dell’Amministrazione tuderte, della Regione e degli Enti che ne fanno da “contorno”, il Coordinamento per il NO al Depuratore a Cascianella ha sempre evidenziato le criticità oggettive che devono impedire la realizzazione del grosso depuratore, costruito per 25.000 abitanti equivalenti, ultima iniziativa è stata appunto quella di far “conoscere”, con l’invio di un plico di documenti, anche ad altri organi competenti se le strade intraprese dagli Enti pubblici direttamente interessati e quella degli Studi di consulenza privati “chiamati” a valutare la fattibilità dell’impresa, siano state quelle giuste, coerenti con la realtà dell’area oppure siano viziate da un arrogante volere politico-amministrativo”.

E infine: “In questi giorni addirittura c’è chi accusa la Sovrintendenza il cui comportamento in alcuni casi arriva a bloccare le opere pubbliche! Ma quando eravamo noi a sostenerlo? Un’occasione per ricordare a tutti, nessuno escluso, che se ben 5 anni fa non è stato possibile realizzare il depuratore a Porchiano lo si deve proprio alla competente Sovrintendenza che per alcuni resti di una dozzinale villa romana e tutt’ora ricoperti fitti arbusti, ha impedito la realizzazione del depuratore nell’area logisticamente più compatibile del territorio tuderte”.  

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