rotate-mobile
Cronaca

La denuncia delle operatrici dei centri anti - violenza in Umbria: "Aiutiamo donne e minori, ma siamo precarie"

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, arriva la "denuncia" delle operatrici che assistono vittime e minori nei centri umbri

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia delle operatrici dei centri anti - violenza di Perugia e Terni sulla situazione di difficoltà nel loro lavoro di accoglienza. 

"In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, noi operatrici dei Centri Antiviolenza di Perugia e Terni vogliamo porre l’attenzione sulle difficoltà che incontriamo quotidianamente nel lavoro di accoglienza. I Centri Antiviolenza dell’Umbria nascono nel 2014 e ad oggi hanno accolto quasi 1600 donne e ne hanno ospitate 88 con 87 minori. Numeri altissimi per “servizi” giovani e per le dimensioni del territorio.

Dietro queste cifre, però, ci sono donne con storie, racconti, vissuti che meritano di essere ascoltati e a farlo sono altre donne, le quali con alta professionalità, dedizione e responsabilità, ogni giorno, 24 ore su 24, accolgono e accompagnano l’uscita dalla violenza. Tutto questo carico emotivo e pratico sostenuto da noi operatrici, è per gran parte frutto di lavoro volontario.

Attualmente però, a causa di lungaggini burocratiche, non percepiamo da due mesi nemmeno quella parte che ci viene riconosciuta come retribuita. Troviamo alquanto difficile parlare di autodeterminazione con le donne, quando siamo noi le prime a vivere una precarietà e un’imprevedibilità che rendono problematica, se non impossibile, una progettazione della vita di ogni giorno.

L’assenza di fondi si ripercuote anche sulle esigenze quotidiane delle donne accolte, ospiti e dei loro figli minori, in quanto non ci permette di provvedere al pagamento delle spese e al finanziamento dei servizi, rendendo ancora più complessi i progetti di uscita dalla violenza.

Con il presente comunicato, pertanto, intendiamo denunciare tale situazione e chiediamo che possa esserci, oltre al rispetto dei tempi di erogazione, una programmazione dei fondi stabiliti dalle istituzioni pubbliche, così da garantire una sicurezza nella pianificazione del lavoro, che non vada ad inficiare l’operatività e delle donne che vi lavorano".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La denuncia delle operatrici dei centri anti - violenza in Umbria: "Aiutiamo donne e minori, ma siamo precarie"

PerugiaToday è in caricamento