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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Riciclaggio, soldi facili e false fatture: archiviate le accuse per Covarelli e De Megni

Secondo gli inquirenti il sodalizio avrebbe usato società con sede in Austria, Germania e Gran Bretagna, sui cui conti correnti sarebbero stati accumulati capitali sottratti dal fallimento della San Pio S.a.s. società del settore alberghiero

Dino De Megni e Leonardo Covarelli vennero arrestati nell'ambito di una inchiesta della Dda di Napoli. Il caso fece subito scalpore. Il tutto scoppiò il 28 marzo scorso, ma a un anno e mezzo di distanza si è deciso per il non luogo a procedere nei confronti dei due perugini, chiudendo il caso con un'archiviazione.

Si parlò di giri irregolari di fatture ed evasione fiscale. Le indagini erano incentrare su Flesca Previto finito anche lui in manette. Ad eseguire gli arresti i militari della Guardia di Finanza di Roma. All'epoca dei fatti si indagò sulle procedure per la compravendita, poi non avvenuta, della clinica Ruesch spa, nota casa di cura napoletana.

LE ACCUSE -  La Procura di Napoli pose sotto sequestro ville e immobili - riconducibili al gruppo sotto inchiesta - per un valore di 9 milioni di euro. I sigilli anche a proprietà che si trovavano a Perugia, Pisa, Bologna e Roma. Agli indagati vennero contestati i reati di riciclaggio e reimpiego di denaro di illecita provenienza, intestazione fittizia di valori, falso in bilancio, formazione fittizia di capitale, tutti aggravati dalla trans nazionalità. Secondo gli inquirenti il sodalizio avrebbe usato società con sede in Austria, Germania e Gran Bretagna, sui cui conti correnti sarebbero stati accumulati capitali sottratti dal fallimento della San Pio S.a.s. società del settore alberghiero.

I capitali frutto della bancarotta fraudolenta, successivamente, sarebbero stati trasferiti in Italia per tentare l'acquisto del capitale della nota clinica partenopea "Ruesch" attraverso due società immobiliari, la "Iniziativa 2003" e la "New Glen srl". Dino De Megni e Leonardo Covarelli respinsero sin da subito ogni accusa, proclamandosi innocenti. Oggi la procura ha dato ragione ai due perugini. 

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