Coronavirus, lo sfogo dei medici di famiglia: "Possibili 'untori' e abbandonati a noi stessi"
La denuncia della Fimmg umbra: "Costretti a operare senza protezioni, mettiamo a rischio anche i pazienti"
Tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari si moltiplicano gli appelli alla popolazione, invitata a restare a casa per arginare la diffusione del coronavirus, ma anche le grida di allarme e le richieste di aiuto alle istituzioni da coloro che si ritrova a combattere in condizioni difficili un'emergenza inattesa e mai affrontata prima.
Tra questi ci sono anche i medici di famiglia, che in Umbria fanno sentire la loro voce attraverso Sabatino Orsini Federici, segretario regionale della Fimmg: "Dall’inizio dell’emergenza coronavirus i medici di Medicina Generale, di Continuità Assistenziale ed i Pediatri di Libera Scelta dell’Umbria da subito si sono trovati in 'prima linea' a combattere una battaglia contro un nemico invisibile ed oltremodo pericoloso - si legge in una nota ufficiale -. La nostra è soprattutto la denuncia e lo sfogo di chi si è trovato costretto a prendersi cura della propria popolazione assistita SENZA dispositivi di protezione individuale (DPI).
In data odierna a qualche medico di Medicina Generale è stato consegnato del materiale (una mascherina Fpp2, 4 mascherine chirurgiche, 8 paia di guanti, un telo copri vestiti, 2 cuffie, 4 soprascarpe a testa) giunto con notevole ritardo rispetto alla comparsa del virus, che risulta assolutamente inadeguato sia nella quantità sia nella qualità!!! Tutto questo ci induce a pensare che la nostra sicurezza non sia una Vostra priorità.
Un medico di Assistenza Primaria che si ammala non è solo un problema per il medico stesso, ma per tutta la popolazione che assiste, oltre che possibile 'untore'… Siamo sconcertati per il pressapochismo e la inadeguatezza con il quale avete congegnato queste misure anti COVID-19 nonostante i nostri rappresentanti nella Task Force abbiano insistentemente chiesto attenzioni diverse per gli operatori del territorio. Ci riserviamo pertanto di mettere in atto adeguate misure di protesta".