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Cronaca

Regione, Bilancio 2012: niente tasse, meno casta, più lavoro e impresa

La Finanziaria 2012 per l'Umbria non entra nelle tasche degli umbri. Massima priorità per la sanità, il welfare, il diritto allo studio e sostegno per la non auto-sufficienza

In tempi di crisi e tagli nazionali, la Regione dell'Umbria ha fatto una scelta coraggiosa rispetto sia al Governo che agli altri enti locali: nessun aumento delle tasse previsto al bilancio 2012.

Il tutto per non aggravare la situazione già difficile delle famiglie. La scelta politica è stata quella di contenere le spese e finanziare solo i settori considerati cruciali. L'abbattimento delle consulenze esterne (l'80 per cento), il taglio a stipendi consiglieri, assessori, consigli di amministrazione, convegni, sponsorizzazioni di eventi, auto-blu e spese di rappresentanza; ha consentito di reperire 36milioni di euro che andranno a sostenere la formazione professionale, il fondo cassa integrazione e per chi ha perso il lavoro, il sostegno alle aziende e l'accesso al credito.

Dopo zero tasse in più, sostegno al lavoro e ai lavoratori, la Regione ha puntato altri 36milioni di euro su istruzione (anche universitarie intenso come diritto allo studio), fondo sociale, non autosufficienza, sostegno all'affitto e asili nido.
 
Ma la priorità delle priorità è il mantenimento di livelli di qualità e di pubblico della blasonata sanità umbra: su un totale di 2 miliardi 133milioni il bilancio della Regione Umbria destina 1miliardo 700milioni impegnati per la salute, 143 milioni a spese obbligatorie e soltanto 110 milioni di euro sono a libera destinazione.Per effetto della legge di stabilità 2012 la capacità di indebitamento delle Regioni si riduce dal 25 al 20 per cento.
 
Risultati importanti, nel bilancio 2012, sono arrivati sul fronte del diritto allo Studio che rientra nel fondo dell'Università e che permetterà di ripristinare servizi e borse di studio per i studenti meritevoli o prevenienti da famiglie a basso reddito. Tutto ciò permetterà di attirare nuove iscrizio, creando ricchezza per l'Unipg e il capoluogo di Perugia.
 
Sufficienti anche i 4 milioni per il fondo non autosufficienza (anche se mancano i denari nazionali) e i due milioni per il sostegno all'affitto che comunque è drasticamente calato rispetto alle richieste delle famiglie da tutta la regione. L'Umbria con altri 4milioni di euro si conferma ai primi posti per il sostegno e la realizzazioni di nuovi asili nido con altri 4milioni di euro. 
 
L'opposizione di centro-destra, rappresentata dal consigliere del Pdl, Andrea Lignani e il consigliere Sandra Monacelli, hanno ribadito la volontà dei loro gruppi di non aver voluto creare ulteriori ritardi con emendamenti per l'approvazione de Bilancio - "la crisi in Umbria deve essere affrontata da subito" - ma non hanno risparmiato critiche: "Sono state ignorate le richieste per una vera e propria politica di sostegno alla famiglia e l'abolizione del fondo di 100mila euro per la sicurezza urbana. Non sono arrivate anche risposte sul fondo di un milione di euro per anticipare i pagamenti degli enti locali alle piccole e medie aziende che sono strozzate dai pagamenti ritardati del pubblico".
 
Soddisfatto il capogruppo del Prc, Damiano Stufara, che si è battuto per il contenimento dei costi della politica e degli apparati:“La spesa per gli apparati politici della Regione, con la riduzione delle indennità di carica dei consiglieri regionali; dei componenti esterni della Giunta e delle spese di funzionamento dei gruppi consiliari, già ridotte con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza il 12 ottobre 2010. Ha poi citato “scelte di sobrietà, come   l'abolizione dei vitalizi approvata nel dicembre scorso dal Consiglio regionale, che tuttavia non produrrà effetti prima del 2015”.
 
Anche l'Idv, alleato mai scontato per il centrosinistra, ha promosso la finanziaria 2012 della Giunta del Presidente Marini: "Questa manovra - ha spiegato il capogruppo Olivier Dottorini - offre all’Umbria gli strumenti per resistere in una situazione di emergenza; l’Umbria può farcela e può dare il proprio contributo alla ripresa del Paese.
 
Una ripresa che dovrà poggiare da un lato su elementi di qualità, innovazione, sostenibile, dall’altro, sulla garanzia di politiche di coesione sociale che impediscano che qualcuno venga lasciato indietro e abbandonato in situazioni di difficoltà economica così gravi da non essere compatibili con il livello di civiltà che l’Umbria ha da sempre assicurato nel corso degli anni”. 

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