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Cronaca

Crisi economica, in pericolo tutto il settore della ceramica artistica

Confartigianato presenta il ropparto sull'ormai insostenibile situazione del comparto della ceremica umbra, la crisi generale sta facendo sprofondare anni di crescita professionale e di produzione. Moretti:"la regione ci deve aiutere ad accrescere la competitività"

I tentacoli della crisi prima o poi prendono tutti e così, ecco presentarsi l'ennesimo allarme dalle imprese, questa volta in riferimento al settore strategico e altamente professionale della ceramica umbra. “Il continuo ripetersi di crisi conclamate per un così alto numero di piccole aziende, in Umbria, nel settore della ceramica artistica, inizia ad assumere dimensioni decisamente  preoccupanti”.

Si è aperto con questo grido di allarme l’intervento di  Giorgio Moretti, presidente di Confartigianato Imprese Perugia, al direttivo provinciale della ceramica della confederazione, che raccoglie le principali imprese del settore, provenienti da Deruta, Gubbio e Gualdo Tadino. “Il rischio – ha avvertito Moretti -, oltre a quello immediato della perdita di posti di lavoro, è di perdere delle capacità produttive così specifiche e di assoluto livello, per la cui formazione e specializzazione sono stati necessari decenni”.

Da un punto di vista numerico il settore delle ceramiche artistiche in Umbria raccogli 250 imprese, occupando un totale di circa 800 addetti, per il 95 per cento dei quali sono composte da micro e piccole imprese, a cui va aggiunto un importante indotto, numeri questi che rendono quello della ceramica un comparto centrale per il sistema produttivo regionale.

Il problema centrale sta nella riduzione delle comesse cheautomaticamente comporta una riduzione di produzione dino alla chiusura delle fabbriche meno competitive e al ridimensionamente di tante altre, il settore si restringe e complessivamete fatica a stare sul mercato sia nazionale che internazionale. “La chiusura di piccole imprese – ha sottolineato Moretti – ha, purtroppo, un impatto minore sui media e sulle istituzioni, giustamente impegnate con situazioni singolarmente importanti per numero di occupati. La struttura familiare delle nostre imprese, fino ad oggi, ha garantito uno sviluppo del settore, fino a portarlo a livelli di assoluta eccellenza”.

Focalizzato il problema è tempo di soluzioni, e una, riguarda proprio la ripresa degli investimenti in innovazione che passano necessariamente dalla liquidità e dall'accesso al credito, vera spina nel fianco della piccola e media impresa italiana e umbra:  “Innanzitutto l’accesso alla liquidità – ha spiegato Moretti -, poiché i finanziamenti alle imprese sono ridotti a livelli non più sopportabili. Subito dopo, l’innovazione e la formazione. Le aziende hanno estremo bisogno di ricercare nuovi materiali, migliorare il ciclo di produzione e renderlo compatibile con le esigenze di oggi. Troppo spesso, però, i bandi regionali sono tagliati per altri tipi di imprese, per cui bisognerebbe offrire strumenti più flessibili e accessibili a tutti. Ulteriori opportunità potrebbero poi nascere da un nuovo rapporto con il mondo universitario”.

Si è poi sottolineato come ormai la sfida nel campo della produzione si giochi a livello globale. “Qui deve giocare un ruolo importante il sistema Regione – ha proseguito il presidente -, in quanto per presentarci ai nuovi mercati dobbiamo essere aiutati da missioni istituzionali, che presentino in modo organizzato e professionale le nostre eccellenze. Vanno incentivate le attività promozionali delle imprese, fornendole di strumenti e risorse adeguati alle necessità delle specifiche realtà produttive”.

Tante le idee ed è un bene ma lo sviluppo deve necessariamente guardare al futuro e alle reti d'impresa che possono permettere ad un piccolo territorio di collegarsi per competere su mercati diversi: “In momenti così difficili – ha aggiunto Moretti -, la piccola dimensione delle nostre aziende costituisce una criticità. Mettere insieme per un progetto più imprese, in maniera sinergica e non conflittuale, sarà la sfida che dobbiamo raccogliere per essere competitivi e vincenti”. “Abbiamo bisogno – ha concluso la sua relazione Moretti - di una rassicurazione da parte del sistema politico ed economico della nostra Regione. È giunto il momento di affermare con determinazione e di dimostrare con fatti concreti che la ceramica artistica è ancora importante per la nostra economia. La sfida è adesso”.

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