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Cronaca

Concorsi truccati in sanità, chiesta l'assoluzione per Marini e Bocci

Per i sostituti procuratori non ci sarebbero elementi per il reato di associazione per delinquere

I sostituti procuratori Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno anticipato una parte delle richieste nell’ambito del processo per i presunti concorsi truccati in sanità e che portarono alla caduta della giunta regionale presieduta da Catiuscia Marini.

Proprio in relazione alla posizione dell’ex presidente della giunta regionale la Procura ha anticipato che chiederà l’assoluzione dall’accusa di associazione per delinquere. Stessa richiesta nei confronti di Gianpiero Bocci, ex deputato ed ex sottosegretario agli Interni (per il quale è stato chiesto il proscioglimento per l’accusa di favoreggiamento. Per i due non ci sarebbero elementi tali da portare ad una condanna per il reato associativo, che però i sostituti ipotizzano per gli altri imputati: Emilio Duca, Maurizio Valorosi, Maria Cristina Conte, Rosa Maria Franconi, Antonio Tamagnini e Luca Barberini.

“Durante l’udienza di oggi (ieri, ndr), il pubblico ministero, tenuto conto delle risultanze dibattimentali, ha formulato la richiesta di assoluzione per il capo relativo all’associazione a delinquere contestato a Catiuscia Marini. La natura abdicativa di tale richiesta conferma la totale estraneità della presidente all’ipotizzato contesto associativo e, a nostro avviso, a qualsiasi ulteriore condotta suscettibile di rilievo penale”. Così commenta l’avvocato Nicola Pepe, difensore di Marini. "Ribadisco che la presidente Catiuscia Marini ha sempre conformato il proprio agire ai principi del superiore interesse pubblico, a salvaguardia del servizio sanitario regionale, così improntando il proprio operato a uno scrupoloso rispetto della legge e quindi delle Istituzioni - ha sottolineato ancora - Approfondiremo ogni ulteriore aspetto durante la nostra discussione, prevista nelle prossime settimane”. “Accogliamo con favore la richiesta di assoluzione per Gianpiero Bocci dal reato associativo e dal relato di rivelazione del segreto investigativo che gli erano stati contestati. In realtà, nessuna associazione per delinquere è mai esistita e dunque nessuno avrebbe potuto parteciparvi; quanto al segreto investigativo, l’ufficio del pm ha correttamente riconosciuto che un conto è rivelare un segreto, un altro fare una battuta scherzosa in un pranzo natalizio”. È invece il commento dello studio legale Brunelli, che assiste l’ex sottosegretario. “Adesso, nelle prossime udienze - viene sottolineato ancora - cercheremo di dimostrare che le richieste di condanna sono infondate e siamo sicuri che il Tribunale saprà valutare a fondo, con accuratezza e con serenità le questioni che gli sottoporremo”.

Domani la conclusione della requisitoria e le richieste di condanna o assoluzione per gli imputati.

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