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Cronaca Centro Storico / Piazza IV Novembre, 1

Il Comune di Perugia e lo scippo del pozzo: "rubato", nascosto e dimenticato

Il furto fa molto male ai residenti del Borgo d’Oro, che adesso rivogliono il maltolto

Come “deportare” le opere d’arte e le testimonianze storiche, alterando il profilo urbano. Il Comune di Perugia, almeno in passato, ci è riuscito benissimo. Se ne potrebbero citare numerosi casi. Uno di questi risale alla fine degli anni Cinquanta (ai quali si riferisce la foto in b/n). Hanno scippato qualcosa, che stava bene dov’era, per portarlo dove non sta bene, si deteriora… e nessuno lo vede. Perché poi l’abbiano fatto, nessuno lo sa.

Quella vera puteale era collocata su una traversa a salire corso Garibaldi. Esattamente tra Via del Gallo e via Lupattelli. Tant’è vero che in quel punto è visibile il chiusino, realizzato in bianco travertino, che testimonia inconfutabilmente il misfatto. 

Il Comune di Perugia ruba e nasconde un antico pozzo

Oggi, la lettrice e amica Simonetta Franchi propone nel social Facebook una bella immagine di quella “vera” nel cortile interno di Palazzo dei Priori, in via Boncambi, vicino a una scala di sicurezza metallica che è un pugno nell’occhio. In un angolo si vede quello storico pozzo, assurdamente asportato, come un molare che non fa male. Chi sarebbe così matto da farselo togliere?

Il furto fa invece molto male ai residenti del Borgo d’Oro, che adesso rivogliono il maltolto. C’è peraltro da aggiungere che lì dove sta (ossia dove l’hanno “trapiantato”) il pozzo non è minimamente visibile. Senza contare che quel cortile è verde d’umidità e lascia degradare ciò che in esso è contenuto. Muffe e depositi di umidità contrassegnano l’intero chiostro e segnatamente quelle pietre (foto): è tutto verde e malsano.

Infine – osserva l’architetto Mauro Monella, membro autorevole di Italia Nostra e studioso della Vetusta – la chiusura di quei pozzi, oltre ad alterare la facies storica della città, comporta seri danni per la salute delle persone: si accumulano gas, il sottosuolo non respira, l’equilibrio delle acque e delle falde ne risente.

Insomma, un pasticcio. Che ci vorrebbe a togliere quella vera (perché di sola “vera” si tratta, che delimita un pozzo inesistente) e riportarla nel luogo d’origine? Sarebbe una ricostruzione filologica dell’assetto storico della città e restituirebbe agli abitanti del Borgo d’Oro ciò che è stato loro improvvidamente scippato. Chi può decidere in tal senso avrà il coraggio di farlo? C’è, in amministrazione, qualcuno che aspiri al titolo di “restitutor civitatis”?

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