Il doppio incarico dell'assessore, bufera sulla giunta Romizi: "Il sindaco cosa fa?"
L’incarico dell’assessore al bilancio Bertinelli all’Usl Umbria 1 scatena la bufera. Pd comunale alla carica
Chi controlla i controllori. O quasi. Doppio incarico dell'assessore comunale di Perugia e la bufera si scatena. I consiglieri comunali del Pd Sarah Bistocchi e Tommaso Bori hanno presentato un’interrogazione a sindaco e giunta “per avere delucidazioni e chiedere all’amministrazione di prendere provvedimenti in merito all’incarico dell’assessore al bilancio Bertinelli presso l’Usl Umbria 1”. Quella del "miracolo" che ha evitato il commissariamento del Comune di Perugia e ha tappato una voragine milionaria nel bilancio di Palazzo dei Priori.
Nello specifico “l’assessore al bilancio del Comune di Perugia, dottoressa Cristina Bertinelli – scrivono Bori e Bistocchi - , dal febbraio 2014 è componente del Collegio Sindacale presso Usl Umbria 1, organo istituito presso ogni Azienda Sanitaria Regionale, con compiti di vigilanza sulla regolarità amministrativa e contabile, in carica per tre anni”. E il nodo è qui: “Molti servizi socio-sanitari in capo a Usl Umbria, sono pensati e messi in atto in necessaria sinergia con il Comune di Perugia”. Tanto che “il Comune di Perugia sta vagliando la concessione a titolo gratuito delle proprie strutture all’Usl Umbria, scelta che coinvolge necessariamente l’assessore Bertinelli in quanto assessore delegato al patrimonio”.
Non è finita qui. Perché il duo democratico argomenta: “Ragioni di opportunità e di incompatibilità – spiegano i due - rafforzate dalla sottoscrizione dei principi di trasparenza e legalità contenuti nella Carta di Pisa, rendono la posizione dell’assessore “sconveniente” proprio perché, in quanto titolare della delega al patrimonio, la dottoressa Bertinelli è tenuta a rappresentare il Comune di Perugia anche nelle circostanze che richiedono la partecipazione dell’ente in ordine a molti servizi socio-sanitari in capo a Usl Umbria nonché nelle decisioni circa la concessione a titolo gratuito delle strutture comunali all’Usl stessa”.
Insomma, grandina. Bori e Bistocchi ricorrono alla legge: “La legge stabilisce attraverso specifica normativa, i casi di incompatibilità e di inconferibilità degli incarichi degli amministratori pubblici presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati a controllo pubblico; il decreto legislativo 267/2000 e il più recente decreto legislativo 39/2013 elencano una casistica corposa ed approfondita sui casi di preclusione, permanente o temporanea al doppio incarico, e/o sull’obbligo di scelta, entro un determinato termine, pena decadenza; inoltre, a rafforzare l’idea di trasparenza che si vuole affermare, ove non vi fosse previsione normativa specifica a soccorrere e a colmare la lacuna, si sovrappone il concetto di opportunità che richiama un modello di comportamento più privato, ma di impatto e di interesse pubblico, specialmente se ha ricadute sulla cosa pubblica”. E ancora: “Lo stesso Comune di Perugia ha recepito e fatti propri i contenuti ed i principi della “Carta di Pisa”, un codice etico per gli amministratori pubblici che intendono rafforzare il concetto di trasparenza e legalità nella pubblica amministrazione e che tratta tematiche tanto delicate quanto importanti come conflitto di interessi, finanziamento dell’attività pubblica, nomine in enti o società partecipate, etc..”.
Conclusione con la domanda recapitata direttamente sul tavolo di sindaco e giunta: “Si richiede di conoscere le azioni e i provvedimenti che il Sindaco vorrà prendere sulla questione appena esposta: se intende nell’immediato agire affinché si ponga termine alla inopportuna e illegittima condizione di doppio incarico o, almeno, se non tollererà che lo stato si rinnovi per un ulteriore mandato collegiale”. Che le danze abbiano inizio.